giovedì 11 luglio 2013

Deraglia....mento

                                          la canotta......
con t-shirt Fitness Angels all'expo
inseguito ed insultato da quel c......one del Santini :D
prima della partenza con l'amico Maurizio Gavazzi
con Matteo Fusetti e Paolo Marini

Quando tutto sembra girare per il verso giusto ecco l'inghippo capace di stravolgere totalmente i piani  costringendoti a fare di necessità virtù...
Non sto blaterando, bensì analizzando col senno di poi l'incidente meccanico, inaspettato, fuoriuscito nel momento in cui sono salito in groppa alla nuova e tanto agoniata bici da crono, pronto per affrontare i 180 km sui pedali, attorniato dalle bellezze naturalistiche carinzie.
Avremo modo di parlarne a tempo debito e come da copione ,ogni anno, sempre con un compagno diverso, varco l'italico confine per raggiungere Klagenfurt definita la "Copacabana delle Alpi" e partecipare all' Ironman Austria.
Insieme a quello di Lanzarote è oramai un appuntamento irrinunciabile, contraddistinto dal calore della folla, instancabile nel sostenere ognuno dei 2800 partecipanti senza soluzione di continuità. Il trattamento a loro riservato, a livello d'incitamento, è come la legge , "uguale per tutti", pertanto l'atleta amatore viene acclamato tanto quanto il professionista. Anzi a volte di più....
Seppur amante dei percorsi ciclistici nervosi sono riuscito a convincere il buon Paolo Marini a cimentarsi all'interno di un tracciato dove occorre, come si usa dire in gergo sportivo, "pestare" sui pedali nei segmenti veloci. Attenzione però, non è un piattone come erroneamente si potrebbe pensare osservando i parziali delle edizioni precedenti, poiché presenta due brevi salite di cui una a metà percorso alquanto impegnativa.
Le mezze stagioni sono scomparse ed infatti la domanda sorge spontanea : dove si è cacciata la primavera  quest'anno ? Dall'inverno si è passati direttamente all'estate, ed il perentorio innalzamento delle temperature ci ha fatto riscoprire l'irritante caldo umido. Il magnifico lago Worthersee, sulle cui sponde s'affaccia la capitale della Carinzia, raggiunge temperature prossime ai 25 gradi ed il pensiero corre allo scorso anno quando gli organizzatori vietarono l'utilizzo della muta in neoprene facendomi cadere nel più totale sconforto.
La buona sorte stavolta decide d'essere magnanima e nella settimana antecedente la competizione le massime diurne caleranno assestandosi attorno ai 20-23 gradi contribuendo in tal modo all'abbassamento della temperatura del lago. Pericolo scampato Ame ! e lo spirito ne trae giovamento :-)
In effetti al nostro arrivo in città s'avverte un'arietta bella fresca ed il primo pensiero è quello di scaricare bici e bagagli nella Pensione da diversi anni prescelta come base per il lungo fine settimana. Ubicata appena fuori la città è logisticamente perfetta per svolgere tutte le attività inerenti al pre e post gara.
L'expo dell'Ironman Austria è il fulcro nevralgico di tutte le attività connesse alla manifestazione ed una volta sbrigate le formalità inerenti al ritiro del pettorale e dell'ennesimo zainetto elargito come gadget, si vaga per gli stands. Folta l'italica pattuglia, quindi gli incontri sono particolarmente numerosi e non vorrei mai essere nei panni di chi m'accompagna perchè spesso sono impegnato in colorite conversazioni :)
Ottimo il pasta party, condiviso allegramente con la cospicua combriccola dei milanesi  Road Runner e coi tosco-emiliani Roberto , Maurizio , Alessandro e Gianluca. Abbondante il carbo load comprensivo di tre abbondanti piatti di pasta, due di un dolce tipico di queste lande condito con salsa dolce e piuttosto sostanzioso. Urge camminata per agevolare la lunga digestione e con l'auto raggiungiamo il centro storico per ammirare la maestosità del Drago, simbolo di Klagenfurt, che poi rivedremo anche durante la nostra triplice fatica..
Facciamo una capatina alla Trattoria Siciliana a prenotare il tavolo per la cena della vigilia e nella sala coperta troviamo seduti  Enrico e Filippo, il quale accenna ad un cono gelato post cena. Lo stomaco vorrebbe stoppare la golosità però è un'impresa ardua e vi rinucia per manifesta inferiorità :)
Solo due misere palline alla gelateria Arcobaleno, di seguito il rientro all'ovile, al termine di una lunga giornata decisamente movimentata e difatti appena posato le guance sul cuscino entro immediatamente nel mondo dei sogni.
Il sabato dopo un'abbondante colazione, nonostante il carico della cena precedente, si ritorna all'expo e saggiamente acquisto una berretta in cotone elasticizzato perché le minime della mattina seguente si prevedono di poco superiori al 10 gradi. Preparare le borse da portare in zona cambio al bike check in risulta essere una breve formalità in quanto il meteo per il d-day sarà perfetto con aria frizzante al via sino a raggiungere i 23-25 gradi nel pomeriggio.
Controllo il cambio della bici pedalando un paio di minuti e l'unica nota stonata è il critico passaggio della catena dal pignone 17 al 19 al che, su suggerimento di Paolo, faccio sosta dal meccanico posizionato appena all'interno della zona cambio. Costui cerca di registrarlo ma senza successo perciò, ripresa la bici, la posiziono in griglia al posto assegnatomi . Da un paio d'anni viene scattata per motivi di sicurezza una foto segnaletica dell'atleta seduto dietro al proprio mezo meccanico in modo tale da scongiurare furbeschi scambi o sgraditi furti.
Che stanchezza! malgrado l'immobilismo sportivo, perdurante da due giorni, e l'unica attività praticata sia esclusivamente a livello mandibolare, i continui spostamenti producono stress e spossatezza.
Si cena presto e s'aggrega anche Matteo Fusetti smanioso di vendicare lo sfortunato ritiro all'Elbaman dello scorso anno e giunto preparato ad hoc per festeggiare il battesimo con l'Ironman.
Al tavolo vicino ritroviamo Filippo, Enrico, Andrea e bonariamente ci prendiamo gioco di Elena, quindi salutiamo la comitiva e prendiamo la via maestra la quale ci condurrà fuori l'abitato di Viktring nella casa a gestione familiare dove alloggiamo godendo di pace e tranquillità, elementi indispensabili per rilassarsi. Per un motivo inspiegabile faccio fatica a prendere sonno pur essendo tranquillo e quando vorrei dormire suona la sveglia assassina ! La colazione alle 4 del mattino è un atto obbligatorio, per niente piacevole e un'ora dopo abbandoniamo la camera per iniziare la lunga giornata sportiva.
Dal parcheggio del Minimundus si genera la processione verso la zona cambio e da quest'ultima, attraversando il canale, si raggiungono gli Strandbad e quando vi entro vorrei fermarmi a prendere il sole sui loro prati curati con l'erbetta tagliata a regola d'arte . Purtroppo sono "impinguinato" all'interno della muta in neoprene, scomoda nell'indossarla però così utile al galleggiamento ed alla sicurezza personale.
Allo scoccare delle 7 lo sparo, faccio qualche passo in acqua e poi "ciufff", il tuffo attorniato dalla solita tonnara ed il terrore di venir malmenato incidentalmente come spesso accade.
La lente sinistra degli occhialini si è appannata ! Sosta per risolvere il problema, ma si ripresenterà nuovamente innervosendomi parecchio e debbo volutamente cambiare di tanto in tanto direzione per evitare scontri indesiderati.
Maledico il lato controsole e senza boe direzionali che immette nel canale tuttavia, a differenza del passato, la nuotata si rivela meno ostica del previsto e raggiungo finalmente le paludi melmose antistanti il faraonico See Park Hotel, zona d'uscita dall'acqua. Lunga corsa per raggiungere il parco bici ed effettuare la prima transizione, sotto un tendone affollato, e durante il cambio decido di non mettere i manicotti considerato il clima gradevole.
Dall'anno scorso l'organizzazione dell'evento ha inserito un andata-ritorno verso lo stadio per sopperire all'evidente gap chilometrico mediante il quale s'ottenevano "split bike" di una certo rilevanza e talvolta anche record mondiali ;-)
Il tempo d'assumere una posizione aerodinamica e subito dopo una pedalata a vuoto col deragliatore stranamente sceso sulla guarnitura più piccola. Avrò toccato erroneamente la leva posizionata sull'appendice, penso , quindi riposiziono la catena su quella più grande. Ancora due-trecento metri e l'inconveniente si ripresenta ! Morale della favola dovrò, per tutta la durata della frazione in bici, mantenere in tensione nei tratti pianeggianti il cavo collegato al deragliatore e potete immaginare la rabbia e lo sconforto provati.....
Un brivido m'attaversa il corpo allorché in discesa perdo il controllo della famosa leva, la catena scende bruscamente e corro il pericolo s'attorcigli, ma fortuna vuole ciò non accade....
Momenti d'ilarità pura sono i passaggi sulla salita di Rupertiberg quando vengo affiancato dai friulani dell' Udine Triathlon ,Fabio e Denis , i quali gridano a squarciagola incoraggiamenti e divertenti epiteti rivolti al sottoscritto :D
Delle serie "tutto quanto fa spettacolo !" ed è l'unico sprazzo di felicità perchè ogni distrazione rischio di pagarla cara dovendo comicamente alternare le mani nello scomodo lavoro di tensionamento leva :-O
A parte l'annoso inconveniente procedo con la precisione di un metronomo sino al secondo transito sull'erta più impegnativa, affrontata con saggezza per preservare le forze ed evitare una spiacevole deflagrazione fisica.
Bello rivedere il viale dell'Università e svoltare a destra per depositare la bici e cambiarsi tranquillamente canotta per indossare quella più "pesante", emotivamente parlando, con la spilla dell'Associazione Simone Grassi ed il fiocco rosa della LILT per la prevenzione dei tumori al seno .
Parto a spron battuto per poi innestare il pilota automatico adottando la consueta strategia ,con sosta e breve camminata ad ogni ristoro, galvanizzato dal sostegno del pubblico. Spugnaggio, idratazione, un gel ogni tanto per schivare deleteri cali glicemici ed il susseguente crollo però col passare dei km. il ritmo cala e di pari passo il desiderio di soffrire, perchè l'obiettivo è solo finire, nulla più...
Evito sempre di terminare la triplice fatica sulle ginocchia, salvo crisi ingestibili , fedele al motto a cui sono legato e cioè " l'importante è arrivare col sorriso sulle labbra...".
Conosco il sadico trucchetto dell'ultimo km lungo quasi due,abbandono l'andirivieni d'atleti per svoltare a sinistra ed immettermi nel percorso obbligato che condude al traguardo.
E come posso spiegare a chi non ha mai vissuto sulla propria pelle l'emozione del transitare sotto lo striscione d'arrivo qui nell'Ironman Austria in cui, negli ultimi 200 metri, sei osannato come se fossi il vincitore?
Con una sola parola molto esplicativa : Goduriaaa !!!!!!!! :D
Sorrisi,lacrime,gioia, delusione, un mix di stati d'animo riscontrabili al di là della finish line e l'unica considerazione degna di nota, venuta alla mente in quel momento, è quella d'attribuire un simbolico abbraccio ed applauso a tutti i partecipanti giunti o meno a completare i 226 km della prova.

God bless you !!!