giovedì 12 dicembre 2013

Reggio l'è semper bela !

                                Torta al cioccolato finita! :)
                            

                                passaggio al 32° km (foto Morselli)
                                          La gioia all'arrivo è sempre immensa...........
                                         

Reggio è sempre bella !
E non smetterò mai di definirla la "Maratona modello" in virtù di numerose peculiarità organizzative che la rendono unica, dove l'atleta è il protagonista assoluto, coccolato, invogliato a ritornare l'anno seguente.
Archiviata positivamente la Turin Marathon senza alcun strascico negativo a livello di tendini, l'imperativo era mantenere una condizione fisica accettabile senza infastidirli ulteriormente.  Ergo, correre i classici 8 km a metà settimana, arrivare a 10 nell'uscita domenicale, accompagnato dall'inseparabile colonna sonora e lasciando libere le gambe di scegliere la velocità gradita....
Abitualmente in questo periodo dell'anno necessiterei di raggiungere un peso ideale, adatto al risparmio energetico in gare a chilometraggio elevato e corse a buon ritmo come la maratona. Ahimé la mia notoria golosità riserva brutte sorprese facendo innalzare notevolmente la cifra visualizzata sulla bilancia. L'indesiderato aumento ponderale di ben 3 kg. consiglia d'affrontare la situazione con benevola disposizione d'animo ed ottenere il meglio possibile dalla trasferta reggiana.
Appuntamento divenuto, nel corso degli anni, un classico e rivissuto in compagnia del "mio allievo" Roberto, determinato a prendersi le meritate soddisfazioni frutto di una preparazione mirata a codesta gara.
Lo scorso anno fummo vittime delle estreme e penalizzanti condizioni ambientali ed entrambi abbiamo monitorato costantemente le previsioni meteo speranzosi di trovarle meno proibitive. Scongiurato il freddo polare della passata edizione rimaneva il dubbio della presenza o meno dell'odiata nebbia padana.
Sinora il clima dicembrino si è rivelato foriero di temperature miti ed il trend è proseguito sino al nostro arrivo a Reggio Emilia a metà pomeriggio di sabato scorso.
Ottima la qualità dell'Hotel prenotato, malgrado la lontananza dello stesso dal centro nevralgico della manifestazione. Il caotico traffico sulla circonvallazione cittadina ha ritardato il trasferimento al Palazzetto dello Sport in centro città, sede di tutta la logistica legata alla "Maratona di Reggio Emilia".
Ricordo come fosse ieri la prima partecipazione nel 1999 e dopo tanti anni m'emoziono nel rivedere amici coi quali ho condiviso tanti "momenti di sport" ed abbracciarli con trasporto. Cito alcuni esempi significativi: l'incontro con Andrea "Merlo" Merlatti forte triatleta e podista reggiano, Raimondo "Mondo" Vecchi anch'egli reggiano e pluri Ironman Finisher,il marchigiano Andrea Puerini compagno di fatica diverse volte a Zofingen, il triatleta bolognese Fabrizio "Mazzo" Mazzotti.
Girovaghiamo all'interno dell'expo e ci mancava poco che finisse la torta al cioccolato preparata da Cinzia, amica dell'organizzazione intenta a distribuire la busta contenente il pettorale e la t-shirt gialla donata ad ogni partecipante, ma sono riuscito a deliziare il palato mediante l'assalto agli ultimi due pezzettini rimasti sul piatto  ;)
Un'altra chicca proposta dal comitato organizzatore è la possibilità di cenare alla vigilia o pranzare successivamente alla prova, in un self service situato nei pressi del palazzetto. Pranzo completo a 4,20 euro e, nonostante la tariffa agevolata, il menu è la qualità del cibo sono stati all'altezza. Cosa chiedere di più?
Rientrati in camera, ultimi preparativi riguardanti gli indumenti da indossare l'indomani e si discute sul fatto che l'assenza di nebbia serale sarà di buon auspicio per ritrovare un cielo terso al nostro risveglio. Ed il nostro desiderio verrà esaudito....
Colazione senza le tradizionali barrette perchè alla vista del ricco buffet abbiamo optato per una degustazione della deliziosa crostata alla marmellata e di biscotti altrettanto squisiti. L'apporto calorico ha superato il limite prefissato poichè qualcosina in più del dovuto l'ho consumato :-D
Abbandoniamo la struttura alberghiera, la temperatura dell'aria percepita è decisamente frizzante, Roberto leva il ghiaccio dal parabrezza, il termometro segna -2 gradi. Decidiamo di parcheggiare l'auto a circa un km dal palazzetto già preso d'assalto dai partecipanti. Entriamo e godiamo del tepore al suo interno e sulle gradinate effettuiamo il cambio d'abiti. Immancabili le foto di rito ed i saluti ai numerosi amici incrociati, tutti di fretta, "because" la tensione inizia a salire :-)
Vorrei poter uscire e godere di un clima più gradevole di quello avvertito nel momento in cui, insieme a Roberto, usciamo a correre e un'aria gelida annichilisce le nostre speranze :-(
Un reciproco in bocca al lupo e ognuno si posiziona nella rispettiva griglia di partenza in frenetica attesa del colpo di pistola.Riesco a posizionarmi all'estrema sinistra dello schieramento e sin dalle prime battute riesco nell'intento di correre senza soluzione di continuità. Rimango stupefatto della cosa poichè, nelle prime fasi di una corsa podistica, occorre solitamete farsi largo col rischio d'incappare in qualche indesiderato capitombolo...
Tassativo evitare andature veloci sin da subito e fortunatamente dal secondo km. scovo un gruppo e seguo il ritmo imposto da loro. Elettrizzanti i primi 4 km all'interno del centro cittadino, supportati dal tifo della gente ma il bello deve ancora venire in quanto, conoscendo a menadito il percorso, so cosa c'attende. La lista della spesa in termini di fatica prevede un leggero ma continuo risalire ed un breve indigesto strappo situato fra il 12° ed il 13° km affrontato saggiamente :-)
In ogni caso sono stilettate indigeste ai vasti mediali e sino al 18° km si sale.Rimango ancorato ad un altro gruppetto il quale accellera l'andatura, indi per cui, perdo contatto e proseguo a ritmo costante.
Giunto a metà fatica, finalmente la strada scende e posso rilassare la muscolatura delle gambe in attesa del segmento più impegnativo dell'intero tracciato. Dal 25 al 29° km due salite ed un lungo falsopiano saranno indicative circa la quanta energia rimarrà da spendere.
Inizia la parte più filante e chi ha saputo gestire con oculatezza lo sforzo potrà ricavarne profitto dal punto di vista cronometrico e morale nel recuperare e sorpassare coloro i quali hanno osato troppo. Personalmente, seppur in calo, riesco a procedere dignitosamente, galvanizzato dal non essere "saltato",ed aver tenuto una condotta di gara consona all'attuale stato di forma fisica.
Gli ultimi duemila metri sono nuovamente in città ed inizio ad assaporare il sapore dell'impresa perchè, a mio modesto parere, ogni maratona lo è per diversi motivi.
In primis è una competizione che punisce qualsiasi comportamento scellerato, l'improvvisazione, ed occorre essere dei ragionieri capaci d'amministrare intelligentemente le proprie risorse atletiche evitando in tal modo di pagare a caro prezzo l'aver osato oltremisura.
Sono quasi giunto sul rettifilo finale, sento "il Mondo" gridare "Ame ma sei già qui?" alzo il braccio e lo saluto mentre in fondo scorgo il gonfiabile del traguardo. Qualcuno incita Simone leggendo il suo nome sulla t-shirt indossata ed i brividi, già presenti, aumentano d'intensità.
L'inconfondibile voce dello speaker scandisce ogni arrivo ed a braccia alzate con ghigno soddisfatto attraverso la cosiddetta "finish line".
Memore del rimprovero dell'anno scorso mi dirigo verso Cinzia e dopo averla abbracciata ricevo, da lei, la meritata medaglia al collo.
Dopo la doccia incontro un raggiante Roberto incredulo dell'ottima prestazione sfociata in un record sulla distanza, giusto premio di un cammino sportivo a lieto fine. Un'iniezione di fiducia  utile questo appuntamento sportivo. Bravo Allievo !!!!


God bless you !!!

martedì 26 novembre 2013

Mezza nel Parco Adda



Volevo porre in evidenza una new entry nel panorama podistico brianzolo, competizione partorita dall'amico Marco Scotti conosciuto nel mondo della triplice come abile organizzatore dell' Elbaman, unica gara su distanza Ironman presente nel panorama italiano.
La bellezza dell'isola d'Elba, resa celebre per l'esilio napoleonico, è universalmente riconosciuta però da brianzolo vorrei sottolineare l'amenità del paesaggio attorno al fiume Adda ed il Parco omonimo dove si snoderà la "Mezza nel Parco Adda".
Ecco le info relative a ritrovo e percorso che dalla descrizione sottostante risulterà panoramico ed un mix fra asfalto e sterrato.

DISTANZA DI GARA 21097m (Mezza Maratona)

Ritrovo: Palazzetto dello Sport Cornate d'Adda - Via Dante Alighieri
Partenza/Arrivo: Cornate d'Adda - Via Guido Rossa

"Percorso a giro unico all'interno dei territori comunali di Cornate d'Adda e Trezzo sull'Adda.
Dopo un primo giro di lancio (1500m circa) all'interno della zona industriale, il percorso si snoda d'apprima passando per il centro di Cornate d'Adda per poi proseguire verso la frazione Porto d'Adda (km 7)
Da Porto d'Adda si scende per circa 2km fino a raggiungere il percorso pedonale che costeggia il fiume Adda passando di fianco alla centrale Esterle.
Dal km 9.5 al km 14.5 circa percorso si snoda lungo il fiume su terreno non asfaltato compatto e molto veloce.
Alla fine di questo tratto si svolta a destra tornando su asfalto e vengono affrontate due brevi salite intervallate da un tratto in pianura. La seconda salita è la piu' impegnativa, ha una lunghezza pari a circa 400m e presenta 2 tornanti (km 15.5 circa).
Da qui sino all'arrivo il percorso è rettilineo e pressochè pianeggiante, presentando solo un ultimo tratto di leggera salita (200m circa) al km 20.5 prima del rettilineo finale."



Per ulteriori informazione potete consultare il sito ufficiale della gara
http://mezzaparcoadda.blogspot.ch/


Spero in una massiccia partecipazione degli amici, appassionati podisti, ed amanti del nostro territorio.


God bless you !!!

giovedì 21 novembre 2013

Non ero convinto di farcela.....

Dopo gara con Mauro e Simona ed il classico saluto :-)
l'imponente Mole Antonelliana

Dopo lo scanzonato e sofferto, sul campo, tris di mezze con annesse pantagrueliche mangiate ecco presentarsi l'appuntamento sulla distanza verso la quale occorre riporre un doveroso  rispetto.
42.195 metri, da gestire con oculatezza evitando d'implodere nei momenti cruciali della gara conscio della precaria forma fisica, coi tendini dei bicipiti femorali floridi d'aderenze e logicamente a rischio infortunio. Conosco il problema e qualora si presentasse dovrei ridurre notevolmente l'andatura, o addirittura alternare corsa e cammino per poter concludere la prova.
Corro mezz'ora a metà settimana, col solo obiettivo di mantenere una decente condizione fisica ed utilizzo ogni tanto le mezze maratone domenicali per dare qualche "scossa" al motore. Quindi l'unico fine, per un devoto maratoneta quale io sono, sarà riuscire a rimanere sotto il celeberrimo muro delle tre ore ovviamente se in discreta forma fisica.
Sino a due anni fa la mente dava per scontato riuscire nel suddetto intento senza particolari affanni, ora non più perciò occorre farsene una ragione. Questo limite temporale costituirà la nuova sfida con me stesso. Allenarsi seriamente non è mai rientrato nella mia filosofia molto amatoriale d'intendere lo sport e trovo ridicolo farlo a 48 anni....
La saggezza dell'atleta amatoriale è adeguarsi all'inevitabile decadimento prestazionale, scevri da contaminazioni legate al crono, senza far drammi e personalmente, ritenendolo da sempre irrilevante, evito di subire traumi psicologici...
Alcuni atleti cercano disperatamente di rimanere sugli stessi standard qualitativi e quando s'accorgono dell'impossibilità nel poterli raggiungere cadono in depressione.
L'approccio alla Turin Marathon è stato decisamente scanzonato e tanta era la curiosità di sapere quanto potevo valere sulla maratona secca dopo mesi trascorsi a correrle all'interno degli Ironman.
In codesti ambiti si corrono sottoritmo ,camminando ai ristori e successivamente a svariate ore trascorse prima in acqua ( povero me....) e poi in sella, pertanto si riesce a resettare la testa e rilassarsi quando ci si rifocilla.
Compagni nella trasferta verso il capoluogo piemontese saranno la simpatica famiglia di Mauro Fiorini, ritrovato dopo Zofingen e la 100 km delle Alpi, Simona e Stefano, amico di Mauro, col quale condividerò il viaggio.
Ritrovo a Milano in Viale Certosa ed al termine di un viaggio velocissimo siamo immersi nel caotico traffico torinese dove, oltre a noi, altri podisti cercano affannosamente un parcheggio.
Urge rintracciare l'incaricato del Club dei Supermaratoneti, in possesso del pettorale ritirato il giorno precedente, motivo per cui abbandono Stefano e Mauro e m'incammino verso Piazza Castello.
Recuperata la busta, inizio la vestizione ed in seguito deposito la borsa con gli indumenti personali salutando i vari amici incontrati nel caotico "viavai" classico di un pre gara.
Un "in bocca al lupo" all'amico Alessandro, visibilmente teso, in quanto alla ricerca del personale dopo una serie d'eccellenti prestazioni ottenute recentemente.
Corricchio per raggiungere la zona di partenza ubicata in Piazza San Carlo e malgrado l'umidità dell'aria la temperatura è l'ideale per correre. L'assenza di griglie e transenne genera una calca ai limiti della sopportazione ed accanto a me una donna minuta rischia lo stritolamento...
In manifestazioni di una certa portata come questa, sono lacune organizzative piuttosto gravi ed in siffatte occasioni rimango perplesso su come le si possa trascurare.
Lo start è improvviso e divincolarsi dalla massa risulterà impresa ardua per almeno 2-300 metri poi l'ampia sede stradale in leggera discesa faciliterà il compito. Memore delle recenti esperienze relative all'utilizzo del gps, elimino nel display la velocità corrente ritenuta poco realistica sostituendola con quella media.
Cammin facendo i segnali acustici s'udiranno in anticipo e sfortunatamente non in linea coi cartelli chilometrici disposti dall'organizzazione. Irritante a dir poco...
Le gambe nei primi 10 km si mostrano reattive, sciolte, avverto ottime sensazioni però il passaggio è troppo veloce rispetto alla tabella di marcia, di conseguenza preferisco scalare una marcia. Mossa saggia perchè a metà percorso iniziano ad affiorare i prodromi dell'affaticamento e volente o nolente dovrò leggermente abbassare il ritmo sino al 30° km. Da lì in avanti avrà inizio un poderoso braccio di ferro con la mente per cercare di controbattere l'assenza della cosiddetta "voglia di soffrire".
Purtroppo l'elevata stanchezza fisica mi costringerà ad usare la testa gestendo oculatamente gli ultimi 5 km, corsi soffrendo ma senza eccedere nello sforzo.
Che senso ha arrivare un minuto prima, devastato e senza il sorriso sulle labbra?
Assaporo l'ultimo km., accolto dagli applausi del pubblico posizionato oltre le transenne e coi brividi lungo tutto il corpo allorché odo gli incitamenti rivolti a Simone, il cui nome campeggiava in bella vista sulla mia t-shirt bianca.
Missione compiuta, ed ora necessito di un po' di riposo pronto a tornare in pista a Reggio Emilia.
Da segnalare la bella iniziativa denominata TURIN FOR BOSTON alla quale hanno aderito Mauro e Simona. Il gruppo è giunto al traguardo in 4h 09' 43", l'identico tempo di quando scoppiarono le bombe alla maratona di Boston dello scorso anno , mostrando uno striscione commemorativo. Un bel modo per ricordare la terribile strage in cui persero la vita diverse persone. Bravi.
Come sempre un doveroso grazie ai compagni di viaggio per la giornata inziata prima dell'alba e trascorsa all'insegna del divertimento sino al tardo pomeriggio.

God bless you !!!

sabato 16 novembre 2013

Ultimo assaggio d'estate....

Faro a Santa Maria di Leuca
Piazza del Duomo
col famoso Pasticciotto a Otranto

 con Giacomo prima della partenza
Mix di Orecchiette e altro tipo di pasta fatta in casa

Nel mio girovagare un po' ovunque una grossa pecca era quella di non aver posato piede nell'italico  meridione e dopo l'ennesimo invito, stavolta minaccioso, proveniente dall'amico leccese Giacomo ho deciso di colmare questa lacuna.
Volo low cost acquistato con largo anticipo a settembre, forte desiderio di scoprire qualcosa di nuovo ed una zona, il Salento, decantata come tra le più belle della Puglia.
E soprattutto rivedere con immenso piacere Giacomo, "compare" di svariate avventure sportive e scoprire che la passione è sempre la stessa, intatta, benchè siano trascorsi diversi lustri sui triatletici campi di gara...
Stava per diventare una chimera questo agoniato viaggio, complice un virus intestinale capace di relegarmi a letto alla vigilia della partenza.
Come recita un vecchio adagio, "la speranza è l'ultima a morire" e fortunatamente la mattina del giorno successivo la temperatura corporea è ritornata alla normalità fugando ogni residua perplessità..
Si parte !!!!! Ovviamente utilizzando la famosa compagnia irlandese, a tratti comica ma pur sempre economica ed atterraggio nel tardo pomeriggio di venerdì all'aereoporto di Brindisi.
Attendo l'arrivo di Giacomo ed in sua compagnia raggiungiamo il centro di Lecce battezzando la mia comparsa in terra salentina con un piccolo gelato a cui fa seguito un breve giro all'interno del centro storico.
Partendo dalla Fontana di Piazza Mazzini visitiamo Piazza di Sant'Oronzo col suo Anfiteatro Romano, il Duomo e l'Arcivescovado illuminati magicamente per concludere la nostra passeggiata al simbolo barocco della città, ossia la Basilica di Santa Croce caratterizzata nella facciata superiore da un magnifico rosone.
La serata prosegue con una cenetta a base di pizza ed insalata al Ristorante Bella 'mbriana, un cono gelato ed il trasferimento nella casa dei genitori di Giacomo ubicata a Tricase Porto.
L'indomani sveglia di buon'ora ed inizio del tour turistico raggiungendo, tramite statale interna, la celeberrima Santa Maria di Leuca, la località più meridionale della penisola salentina. Giunti sul piazzale della Basilica di Santa Maria rimango stupito dalla bellezza del panorama che si scorge dal promontorio del Santuario. Entriamo per una fugace visita dello stesso e poi sfruttando la giornata quasi estiva (24 gradi) percorriamo la litoranea sostando in alcuni "mirador" come il Ponte Ciolo attorniato da rocce che scendono a picco sul sottostante mare cristallino. Uno spettacolo della natura !!!
Seguono Castro e poi l'approdo in quel di Otranto descritta anzitempo dal mio cicerone salentino come una "città modello", abilmente gestita dall'amministrazione comunale, amata dai suoi abitanti . Una perla, col cuore della città vecchia, denominato Borgo Antico, caratterizzato da innumerevoli viuzze e divenuto Patrimonio Culturale dell'UNESCO.
La veduta del porto e del mare dal Borgo Antico è un quadro da immortalare con uno scatto fotografico...
Finalmente riesco ad assaggiare la speciliatà dolciaria simbolo di queste zone: il Pasticciotto. Definirlo sublime è riduttivo :)
Ultima spiaggia visitata è quella di San Cataldo e successivamente rientriamo a Tricase per il pranzo sostanzioso a casa della generosa mamma di Giacomo. Ravioli , mozzarella,saraghi al forno, insalata ed un altro pasticciotto a concludere un menu abbondante e gustoso. Un doveroso tributo allo sforzo culinario profuso dalla Signora Anna, contenta d'averla gratificata con l'appettito che mi contraddistingue ed in grado di regalare soddisfazioni a chi cucina :-)
Prima di cena una veduta serale della cittadina di Castro Marina la cui piazza principale fu rovinata, qualche anno fa, da una frana di notevoli dimensioni. I lavori di ristrutturazione in atto presumo necessiteranno di un lungo periodo prima di poter ammirare il paese com'era alle origini.
Risulterà facile, agli attenti lettori del blog, immaginare qual'è stato il piatto forte della cena considerando quanto adoro la pizza a cui fa seguito uno spumone alla nocciola. Avverto un certo senso di pienezza poichè, pur avendo inglobato un notevole quantitativo di cibo, l'attività fisica svolta in due giorni è pari a zero...
L'indomani è prevista la partecipazione alla "Salento Half Marathon" a Collepasso e caso raro in quest'annata sportiva le previsioni meteo si dimostrano errate, giacchè al posto dell'attesa ed odiata pioggia ecco risplendere l'amato sole. E noi due ci facciamo una grassa risata baciati dai caldi raggi solari....
Noto un'affluenza significativa di partecipanti alle due competizioni in calendario (13,700 km e mezzamaratona) e chiedendo info a Giacomo sul percorso dice che a grandi linee, a parte lo strappetto iniziale, dovrebbe essere piuttosto scorrevole. Col senno di poi si è rivelato piuttosto impegnativo :)
La partenza concitata e confusionaria causa un capitombolo d'alcuni atleti e rischio anch'io di venirne coinvolto. Qui apro la solita parentesi riguardante gli scellerati podisti in cerca di gloria sistematisi in prima fila, decisamente più lenti di chi si trova alle loro spalle.....
Le cadute sono originate da codesti soggetti perchè, fungendo da tappo, costringono a dei veri e propri numeri circensi coloro i quali vorrebbero poter correre al ritmo prescelto.
Dopo il virus di metà settimana e le successive abbuffate l'unico obiettivo è quello di non strafare e preservare l'organismo per la Maratona di Torino del week end successivo.
Seguo alla lettera il programma prefissato senonchè dopo qualche asperità altimetrica m'intestardisco a voler mantenere lo stesso ritmo nonostante la scarsa brillantezza degli arti inferiori.
Alla fine rallento solamente nell'ultimo km. in leggera salita evitando in tal modo una deflagrazione completa e le gambe hanno apprezzato il gesto umanitario :)
Clima gradevole però sono molto sudato ed inizio ad percepire brividi di freddo quindi attendo l'arrivo di Giacomo e sollecito il cambio abiti per evitare di peggiorare lo stato fisico già di per sè precario.
Stanno per concludersi le lunghe premiazioni e con qualche ora di ritardo si materializza un'acquazzone al quale rivolgiamo amabilmente un sentito gesto dell'ombrello in quanto siamo a tavola, dalla Signora Anna, per il pranzo-bis.
Orecchiette al pomodoro, i due Saraghi al forno avanzati il giorno precedente, un assaggio d'involtino di carne, insalata ed il succulento Pasticciotto.
Ultima serata, con annesso apertivo in un locale leccese, trascorsa amabilmente insieme a Mauro e Daniele,anch'essi come Giacomo alfieri del Salento Triathlon, le loro fidanzate e conclusasi con un eccelso cono gelato. La maniera migliore per chiudere il cerchio apertosi al "Cuor di Gelato"  al giungere del sottoscritto nel capoluogo salentino :D
L'indomani rientro in Brianza con un pizzico d'amarezza, giustificato dal giungere della brutta stagione, la quale ha il potere d'intristirmi se ripenso all'amato caldo.....
Senza troppi salamecchi così come si conviene tra persone legate da una salda e sincera amicizia basta un grazie e Giacomo lo sa senza dover aggiungere nient'altro. Un caloroso abbraccio alla Signora Anna per i suoi gustosi pranzetti ed a tutti i nuovi amici conosciuti.

God bless you !!!

lunedì 4 novembre 2013

Vento...samente

Eccolo Pierino alla consegna dell'accoppiata dolciaria :)
 Tagliolini al nero di seppia con calamari
Prima il gelato con la panna poi un tris di semifreddi ;)
Il Duomo col Campanile di San Pietro
Tracce di bombardamenti nella Cittadella

Altro giro, altra mezza. Il teorema "amici , gara e susseguente mangiata in compagnia" risulta essere ancora una volta perfetto, senza bisogno d'ulteriori dimostrazioni.
Quali amici ? l'allievo Roberto che ritroverò vicino al suo feudo alessandrino in compagnia del keniano bergamasco-robbiatese Alessandro e di Claudio ,un suo amico.
E la gara? Castellazzo Half Marathon e ritorno volentieri ad indossare il pettorale, memore dell'edizioni precedenti ottimamente organizzate.
Dove pranzeremo? Presso il Ristorante Dopolavoro Ferroviario ad Alessandria.
Domenica mattina ore 6.30. Aprendo la finestra della camera da letto noto, con immenso dispiacere, un'inaspettata pioggia fitta, la quale fortunatamente cessa mentre esco di casa attorno alle ore 7.
Il trio podistico ritrova morale allorchè s'avvicina alla meta ed al nostro approdo a Castellazzo Bormida veniamo accolti , udite udite, da un cielo terso e un sole piuttosto raro in siffatte latitudini durante il periodo autunnale.
Nemmeno se ci fossimo dati appuntamento, saremmo arrivati pressochè contemporanemante a parcheggiare l'auto una vicina all'altra.... Sto parlando del fortuito incontro con Roberto anch'egli sorpreso dal clima settembrino e preoccupato causa una storta alla caviglia subìta il giorno precedente durante una breve corsetta.
Gli iscritti alla mezza sono più di 500 e lo speaker ringrazia per l'affluenza numerosa, mentre Claudio trova difficoltà ad iscriversi alla prova più corta la cui lunghezza prevista è di 10,4 km.
Sono con Roberto al di fuori degli spogliatoi quando scorgo in sella alla sua city bike la sagoma di Pierino venuto, come due or sono, da Acqui Terme con lo scopo di donarmi la famosa torta di nocciole. In quest'occasione si supera e completa il bis dolciario omaggiandomi di una confezione di biscotti denominati "Brit e Bon", semplici come ingredienti (nocciole tritate , albume d'uovo e zucchero) ma "terribilmente" squisiti !
Dopo averli gustati posso esclamare senz'ombra di dubbio che "Non c'è nulla di Brit , solo Bon !!!!
Grazie, avranno vita breve !!!!! :)
Sotto la canotta societaria indosso una maglia da ciclo traforata e considerata la temperatura alla partenza ritengo d'essere troppo coperto. La partenza viene ritardata, sono intruppato e mi sento soffocare, per cui decido di prendere posizione all'estrema sinistra dello schieramento.
Pronti via e fortunatamente infilo il "canale" giusto evitando rallentamenti e potendo in tal modo correre senza intoppi, sopravanzato dagli specialisti della distanza. Desidero testare nuovamente il Cardio 60 e dando un'occhiata al display nei primi chilometri, osservo parziali sin troppo veloci, determinati dalla spinta emotiva ed adrenalinica del gareggiare.
Oh Ame datti una calmata altrimenti a metà sei già bello cotto!
In effetti sto osando troppo e lo confido al fido scudiero Pierino, il quale s'affianca poco prima di metà gara rivelandosi un buon supporto psicologico. Faccio parte di un piccolo gruppetto affiatato alla testa del quale c'alterniamo in due , il sottoscritto ed un altro facente parte dei Maratoneti Genovesi sino a quando subentra qualcosa d'imponderabile ed indesiderato. Cosa? Un irritante vento contrario, primattore durante i 6 km finali e solo lui sa quante volte l'ho maledetto poichè, per causa sua , il gruppo si è disgregato. Difficile comprenderne il motivo però, in questa fase critica, riesco a trovare un'insperata brillantezza a livello muscolare e controbattere il disagio provocato dal vento. Ho lottato contro quest'ultimo pescando le ultime forze rimaste in corpo, calando leggermente l'andatura sul finale quando oramai, come si suol dire, "era fatta".
Nel lungo rettilineo d'arrivo Pierino m'esorta a non mollare, si complimenta e svolta a sinistra poco prima del traguardo dove giungo stanco, soddisfatto della prova, conscio d'aver profuso il massimo dell'energie a mia disposizione.
Quando riacquisto un attimo di lucidità mentale ringrazio e abbraccio Pierino imboccando successivamente la via che conduce agli spogliatoi alla ricerca di una doccia, necessaria a riprendermi dalla fatica appena compiuta.
Ottimo il quarto posto assoluto conseguito da Alessandro, ed una volta ritrovati Roberto e Claudio si fa ritorno alle auto, lasciando Castellazzo in direzione Alessandria.
Pranzetto al Ristorande del Dopolavoro Ferroviario e sosta in una delle poche gelateria aperte, a cui fa seguito un breve giro turistico nel centro della città, ovviamente vuoto nelle prime ore del pomeriggio. L'ultima tentazione golosa sono stati i mini cannoli acquistati e divorati in un batter d'occhio presso una rinomata pasticceria alessandrina. Una conclusione in dolcezza del lauto pasto :)
Da segnalare il Duomo con la maestosa Torre di San Pietro, alta ben 106 metri e terza in assoluto nella classifica delle torri campanate italiane.
Roberto ha un'ottima idea nel proporci la visita della Cittadella, celebre fortezza della città purtroppo  conservata non come si dovrebbe se pensiamo all'importanza del monumento, e della sua ricchezza storica.
Nel prossimo fine settimana si ripeterà la splendida esperienza sportivo-gastronomica con altri adorabili amici e colgo l'occasione d'esperimere la mia gratitudine a Roberto, Alessandro e Claudio per la spassosa giornata...

God Bless you!!!

giovedì 31 ottobre 2013

Continuate così !

                                Virgilio e Tore dietro Luigi ed il Presidente Fausto davanti
                                            un intruso nel gazebo delle premiazioni :)
                                            Palloncini per ricordare Fabio.....
                                          Il menù salato del pasta party
                                          e quello dolce....
E non poteva di certo mancare la cialda con la panna !


E' l'incitamento indirizzato agli amici sardi della Monte Acuto Marathon per mantenere in vita la loro creatura podistica di fine ottobre, vale a dire la Mezza Maratona Città di Ozieri.
L'amicizia creatasi con gli organizzatori, in particolar modo Luigi Mundula e Tore Scanu , è stata di fondamentale importanza per recarmi nuovamente nell'isola sarda e partecipare alla mezza nata anche per ricordare la tragica scomparsa di Fabio Cubeddu , un ragazzo ozierese molto amato dai suoi coetanei.
Sarà una toccata e fuga,  con partenza il sabato mattina dall'aeroporto di Orio al Serio e rientro la domenica a tarda notte volando low cost con Ryan Air.
Atterrato ad Alghero vengo accolto da un clima estivo e le temperature consiglirebbero di fermarsi in qualche spiaggia per godere del sole e del celeberrimo mare sardo.
Ad accogliermi il Vice Presidente della società Virgilio, col quale chiacchiero amabilmente durante il tragitto di circa 75 km che ci condurrà nella località di San Nicola dove fervono i preparativi della gara.
Incontro ed abbraccio Luigi e Tore, quest'ultimo indaffaritissimo a coordinare le operazioni per allestire un evento con partenza ed arrivo in località diverse. Il compito diventa ancor più arduo se si considera che sono i cosiddetti "quattro gatti" a dividersi i compiti e nonostante questa lacuna, a posteriori , il risultato sarà soddisfacente.
Al termine dell'abbondante pranzo consumato a casa di Luigi con tutta la famiglia schierata a tavola e composto da malloreddu , polpettine fritte, formaggio grana, pane fino di Ozieri , gelato e frutta, ritorniamo al centro nevralgico di San Nicola.
Dobbiamo preparare i pacchi destinati ai vincitori di categoria e la proverbiale generosità sarda viene alla luce quando la triade formata dal sottoscritto, Virgilio e Luigi si mette di buona lena e ne sforna ottanta...
S'avverte un caldo anomalo e, ironia della sorte, la prossima notte si ritornerà all'ora solare quando invece si respira aria d'estate. Nulla a che vedere col vento e la pioggia protagonisti della prima edizione quando i gonfiabili vennero divelti costringendo gli amici ozieresi a veri e propri numeri di prestigio.
Saggia decisione quella di modificare l'arrivo, ubicato nell'anello perimetrale della struttura e completamente riasfaltato per la speciale occasione.
E' arrivata l'ora di cena ed attorno ad un tavolo godo della piacevole compagnia di due podisti cagliaritani, dell'amico Giovanni Lamieri, responsabile del servizio cronometraggio, e naturalmente di Luigi ed Antonella, sua consorte. La pizza è un misto fra la tradizionale e la classica napoletana col bordo voluminoso, stracarica come farcitura e quindi piuttosto sostanziosa. Il tiramisu invece è sfarzoso come presentazione sul piatto però povero come sostanza, sicuramente non fresco ma decongelato perchè mentre lo consumo percepisco la presenza di cristalli di ghiaccio...
Col cambio dell'ora si va sotto le coperte in anticipo rispetto al solito e non occorre programmare la sveglia mattutina. Alle 7 sono giù dal letto, sgranocchio a mò di colazione le canoniche tre barrette attendendo l'arrivo di Luigi  il quale, raccolti altri podisti, ci trasporterà alla zona di partenza situata nella parte alta del paese, sulla strada per Pattada.
Il  caldo è protagonista già di prima mattina, cerco di rimanere nelle zone d'ombra evitando di sudare anzitempo e noto lo speaker disperato in quanto impossibilitato a parlare tramite microfono. Silenzio nel minuto di raccoglimento per commemorare il giovane Fabio e, dinanzi agli atleti, si notano i suoi amici indossare una t-shirt creata per l'occasione con la scritta "Questa giornata è per te Fabio".
Colpo di pistola e come in un toboga i 250 partecipanti alla competizione iniziano la lunga discesa verso Mores. Pur cercando di non strafare è inevitabile ritrovarsi con le gambe imballate nel momento in cui si ritorna a correre sul piano o nei tratti in salita come accade all'altezza del 12° km.
Saranno solo 400 metri però pago dazio ed uscito dall'abitato di Chilivani riesco a "tener botta" sino al 17° km senonchè, esaurite l'energie, sono costretto a calare il ritmo. Cerco di reagire inutilmente, allora stacco la spina della voglia di soffrire dalla testa e cerco di limitare i danni entrando nell'anello che conduce al traguardo con un'andatura sciolta. Sul breve rettifilo poco prima dello striscione d'arrivo è posizionato il Presidente Fausto che si congratula con un "cinque" e concludo la prova piuttosto affaticato.
Toccante la scena durante le premiazioni quando vengono lanciati in cielo palloncini blu, bianchi ed uno a forma di cuore alla presenza della madre di Fabio ovviamente molto commossa.
Ottimo il pasta party preparato da un gruppo di specialisti del catering ed il menu contemplava la presenza degli immancabili malloreddu e spezzatino, il tutto innaffiato da vino rosso e birra fresca a volontà.
Per addolcire il palato degli atleti ed accompagnatori una nutrita schiera di "sciure" preparano delle ottime frittelle e dopo il bis di malloreddu provo un consistente senso di sazietà e cerco di rifiutare i continui assaggi proposti dagli amici :)
Una salutare doccia a casa Mundula e di seguito Luigi m'accompagna ad Alghero per un breve tour all'interno delle viuzze del centro storico alla ricerca di una gelateria. Ne scaturisce un bis di cialde contenenti un gelato direi all'altezza delle aspettative con tanto di panna "in coppa" ;)
Con largo anticipo raggiungo l'aereoporto ed in nottata faccio rientro a casa, stanco ma appagato dalla giornata intensa e ricca di tanti stati d'animo alternatisi nel corso della stessa.
Ringrazio come sempre Luigi e tutta la sua famiglia per l'accoglienza ed ospitalità, Tore, Virgilio, lo staff dirigenziale della società ed i nuovi amici conosciuti sul posto. Tornare in Sardegna è sempre una gratificante esperienza per il calore della gente e la sincera amicizia con la quale vengo accolto.

God bless you !!!

mercoledì 16 ottobre 2013

Spesso si torna.....

Con l'allievo Roberto prima del via
Con Mauro Fiorini 
                                                A Feletto (foto M. Crispi)

....nei luoghi dove si hanno piacevoli ricordi, per poterli in parte rivivere e generarne altri da custodire gelosamente nella stanza dei ricordi, che ognuno di noi possiede all'interno della propria mente.
Il tutto è scaturito al rientro dall'estenuante trasferta elbana, florida d'emozioni ma nel contempo capace di prosciugare l'ultime energie nervose e fisiche in me presenti.
M'ero ripromesso di staccare la spina dalle gare per almeno tre settimane , ed ecco arrivare a sconvolgere i piani la mail spedita da "Il Giro d'Italia Run" abile a solleticare vecchi ricordi sopiti. In aggiunta a tutto ciò l'allievo Roberto riesce nell'intento di riattizzare il "fuoco sportivo" spentosi al rientro dall'Elba e col tradizionale slancio emotivo ci sono ricascato. Per usare un gergo colorito si potrebbe sentenziare : "la frittata è fatta!".
Questa prolissa introduzione riguarda una competizione podistica denominata "100 Km delle Alpi", tornata alla luce quattro anni fa, alla quale sono particolarmente legato per un'inaspettata e casuale vittoria nella seconda edizione della stessa. Fu grazie all'assenza d'atleti di un certo spessore qualitativo a concedermi l'opportunità di provare una gioia irripetibile.
Quest'anno però, sapendo a cosa andavo incontro per la stanchezza mentale accumulata durante la stagione multidisciplinare appena conclusasi, ho precettato Roberto in qualità di fido accompagnatore.
Entusiasta dell'invito, l'amico alessandrino sarà una figura basilare per contrastare i periodi critici, inevitabili nella seconda parte della prova. Si porterà una mountain bike al seguito ed a tratti sarà affiancato al sottoscritto pronto a qualsiasi evenienza.
Ritrovo di prima mattina alle porte di Torino, accolti da un tiepido sole associato ad un'arietta frizzante ed una temperatura non consona al periodo in cui siamo.
Il mondo delle ultramaratone è lontano anni luce da quelli eccitati e frenetici delle maratone o peggio ancora degli Ironman del circuito ufficiale. Trattasi di una grande comunità, caratterizzata da personaggi decisamente pittoreschi  facenti parte di una grossa famiglia che si ritrova e non di rado corrono l'intera gara insieme, senza alcun tipo d'assillo cronometrico.
Alla stregua di un ping pong sportivo, sino alla prossima primavera frequenterò il mondo podistico ritrovando amici di vecchia data come Nerino Paoletti ora dedicatosi anima e .."cuore" alle ultra. Con quest'ultimo mi sono soffermato prima del via ed ho rivisto anche Mauro Fiorini, esordiente al Powerman Zofingen e talmente galvanizzato dall'esperienza da volerla ripetere il prossimo anno.
Il sole, dopo la visitina mattutina, dice d'aver un appuntamemto importante e saluta la comitiva lasciandoci alle prese con un cielo grigio.
Saluto Roberto e sollecitato dallo speaker ed organizzatore Enzo Caporaso raggiungo la zona di partenza poco distante dall'arco gonfiabile. Favorito d'obbligo nonchè vincitore della passata edizione Armuzzi e difatti al colpo di pistola s'invola e la sua sagoma si perde all'orizzonte....
Detesto partire molto piano, occorre essere abituati al gesto anche in allenamento, quindi sin dall'inizio tengo un ritmo discreto e nei primi 10 km seguo alcuni atleti impegnati nella staffetta. Da lì in poi farò gara praticamente solitaria molto regolare,con buone sensazioni e qualche "recupero attivo" durante l'ascesa ad Alice Superiore, località posta a quasi 600 metri d'altitudine. La successiva discesa come prevedevo si è rivelata deleteria per i quadricipiti e difatti al termine della stessa inizierà un lungo calvario sino al traguardo.
Mentre scendo, nella direzione opposta, scorgo con la coda dell'occhio un ciclista, mi riconosce, torna indietro e quando lo vedo in volto scoppiamo a ridere entrambi. Un'inaspettata e graditissima sorpresa è stato imbattersi nell'amico biellese Massimiliano Rossetti, col quale ebbi modo di condividere diversi Ironman e durante la discesa, rammentando la casualità dell'episodio, ho pensato all'imprevedibilità della vita.
Roberto fa la spola lasciando l'auto parcheggiata 10-15 km più avanti rispetto alla mia posizione, scarica la sua mtb, torna pedalando controvento nell'intento di risollevare l'umore di un podista con l'energie ridotte al lumicino. La testa può risultare un'arma vincente se determinata a raggiungere un preciso scopo e desiderosa di soffrire, ma nel mio caso è già andata in letargo, quindi alterno brevi tratti al passo a corse con medie da bradipo lento :)
Ogni singolo metro è pesante da digerire e quando attacco la salita finale vorrei camminarla ma spronato da Roberto corro il più possibile superato da qualche concorrente con molta più benzina in corpo. Giunto nei pressi dello svincolo dove, nell'edizioni precedenti,  per giungere al traguardo si svoltava a sinistra imboccando la via principale di Saint Vincent , si materializza una sgradita sorpresa.
Avevano preannunciato il cambiamento del luogo d'arrivo, ubicato presso le nuove Terme, però chi s'immaginava di dover correre ancora un abbondante chilometro in salita, peraltro ripida, per raggiungerlo?
Vorrei evitare di passeggiare ma le significative  pendenze e la stanchezza accumulata costringono le gambe a "tirare il fiato". Anche Roberto comprende l'inutilità di soffrire ulteriormente e consiglia di prendermela comoda.
"Dai Ame dietro quelle macchine c'è il traguardo! " esclama l'amico alessandrino ed io rispondo "ma anche l'arrivo è in salita?". Alla risposta affermativa ricevuta parte un vaffa ed una risata comune :)
Eccolo lì, seppur triste in quanto senza pubblico, lo striscione sotto il quale transito alzando le braccia al cielo perchè ogni avventura sportiva è una vittoria personale da gustarsi non solo in quell'attimo ma per sempre.
Entro nelle Terme molto provato nel fisico ne riesco dopo un massaggio ed una doccia rinato e festeggio con Roberto in pizzeria questa nostra lunga missione sportiva conclusasi positivamente.
Un grazie di cuore a quest'ultimo, prezioso alleato nei momenti di crisi e complimenti a tutti i finisher poichè non è stato una giorno meteorologicamente perfetto e lo sforzo richiesto al nostro corpo maggiore del preventivato.

God bless you !!!

martedì 8 ottobre 2013

Ondivago....

Gelato allo Zero Gradi....
in compagnia del Brunone Marini e di Matteo Fusetti
Con Gianluca all'Agriturismo Orione
                                durante la maratona con alle spalle l'amico Andrea della Riva

.....E non si parla solo di mare, bensì anche del sottoscritto sballonzolato, insieme a qualche centinaio di atleti "impinguinati", nella baia di Marina di Campo.
Quest'anno, dopo l'inatteso e "comico"  acquazzone lanzarotegno all'inizio della frazione sui pedali, il freddo e la pioggia autunnale al Passatore , quello canonico a Zofingen, ho dovuto ahimè subire anche la cattiva digestione delle nuvole elbane.
Elbaman, l'unica competizione su distanza Ironman presente sull'italico suolo, organizzata dall'Aethalia Triathlon, società dove sono felicemente tesserato e presieduta dall'elettrico Marco Scotti. Costui oltre ad essere un buon atleta è riuscito nel corso degli anni,coadiuvato dall'intera famiglia, a creare un evento divenuto un appuntamento fisso per i cultori della triplice fatica.
L'infinita bellezza dei paesaggi, l'atmosfera amichevole instauratasi con gli aficionados di questa gara nonché il desiderio di mettersi alla prova sugli interminabili saliscendi del tracciato ciclistico, sono fra le principali motivazioni a spingere gli atleti ad iscriversi ogni anno.
Sentito telefonicamente l'amico elbano Gianluca, titolare dell'Agriturismo dove soggiornerò, si discute del probabile meteo infame previsto per il fine settimana, susseguente ad un lungo periodo d'alta pressione e meteorologicamente estivo. Te pareva......
Partenza, come di consuetudine per la trasferta elbana, il venerdì mattina dalla periferia milanese in compagnia di Paolo, l'ingegnere distratto, a tratti confusionario ma personaggio pittoresco e simpatico. Il mio alter ego quando, per certi versi, sono decisamente "quadrato" e poco elastico soprattutto in determinate situazioni inerenti agli impegni sportivi.
Prima dell'imbarco al porto di Piombino meta d'obbligo per il pranzo è la piadineria gestita da Francesca, ragazza cordiale e già collaudata a sopportare le battute del "clownesco" Matteo Fusetti, col quale amo scambiare colorite espressioni dialettali :)
Il traghetto è, come si suol dire, esaurito in ogni ordine di posto con biciclette a far da primattrici e la solita nausea,scomoda alleata per il tragitto sino a Portoferraio.
Terra ferma alleluia! Sono solo 15 i chilometri che ci separano dalla nostra meta finale ed il caldo al nostro arrivo è assoluto protagonista facendoci ben sperare per i giorni seguenti . Poveri illusi.....
Ritirato il pettorale ci dirigiamo verso la nostra dimora per depositare biciclette e bagagli e salutare l'amico Gianluca, sempre fiero della sua creatura alla quale ogni anno apporta qualche miglioria. L'Agriturismo Orione è una splendida realtà,  in continua evoluzione, con un rapporto qualità prezzo molto interessante. La tragica e devastante alluvione di due anni fa ora è solo un triste ricordo......
Mentre Paolo e Matteo, con la restante truppa dei Road Runners Milano, inforcano la bici per un breve giretto, ne approfitto per sgranchire le gambe calzando le nuove Hoka provate solo 8 km a metà settimana. Impossibile poter correre con continuità poichè, incrociando i numerosi amici, viene spontaneo fermarsi a scambiare due parole.
L'Elbaman è, per quanto mi riguarda, il ritrovo conviviale di una grossa famiglia, la quale si riunisce una volta all'anno su questa spettacolare isola per celebrare un avvenimento che si perpetua da quasi un decennio.
Il venerdì successivamente al tradizionale pasta party è d'obbligo, per i golosoni, fare una capatina alla gelateria Zero Gradi. Se avessi accettato tutti i coni offerti dai numerosi amici presenti, una lavanda gastrica sarebbe stato il logico risultato quindi mi sono fermato a tre e la qualità del prodotto è rimasta inalterata: sublime !!!
Rientro all'Orione con la pancia piena e qualche chiletto in eccesso, "arcisoddisfatto" della piacevole e chiassosa serata trascorsa con diversi sfottò ed il giusto senso goliardico.
Dopo la faraonica colazione del giorno seguente con tanto di freschi croissant, e qui debbo appaludire fragorosamente il buon Gianluca, ci rechiamo in spiaggia ed il cielo si fa grigio accompagnato da un vento proveniente da sud-est. Il mare è increspato, la preoccupazione sale quando odo del peggioramento previsto per il giorno seguente con onde alte almeno un metro. Incredibilmente quest'anno, nei giorni antecedenti le gare a cui ho preso parte,  il clima risultava essere perfetto divenendo ostile nel giorno della gara. Ed a quanto pare la tendenza rimarrà invariata per la gioia dei partecipanti :O
Pranzetto nella rosticceria di Paolo Miliani amico elbano e passeggiata in spiaggia dove incontro "Il Gira" la compagna Silvia e le loro scatenate gemelline Alice ed Agnese. Tema principale della chiacchierata l'onda assassina prevista e naturalmente le difficoltà del sottoscritto ad affrontare il mare mosso.
Inutile fare elucubrazioni mentali, l'indomani deciderò il da farsi e che Dio me la mandi buona.....
Ultimo carbo load del trio Ame,Paolo,Matteo all'esterno della nostra dimora col tradizionale piatto unico oramai divenuto celebre per i lettori del blog, vale a dire "pasta con tonno".
Si cerca di guardare on line i bollettini meteo auspicando un miglioramento del mare ma al nostro risveglio ecco la sorpresa inaspettata . Piove ! ed il vento pur essendo le 4.30 del mattino non è rimasto a letto, si è svegliato con l'intento di rovinarci la lunga e gravosa giornata che c'attende.
Raggiungiamo la zona cambio accompagnati da una pioggia debole, incontro l'amico Mauro Ciarrocchi e l'umore diventa grigio, come il cielo carico di nubi, nel momento in cui esclama : "Ame il mare è mosso le onde fanno schiuma.. ".
Inizia a piovere con maggiore intensità, trovo riparo sotto i gazebo nel momento in cui vengono eretti ad altezza uomo dai volontari e decido di mettermi la muta. Non la trovo, è sparita :-O  Panico!
Ritorno nel punto dove ho depositato la borsa per il T1 credendo d'averla dimenticata lì, quando in lontananza sento un atleta gridare  " è questa?". Sì è lei ! Come ha fatto a finire in quel punto è un mistero....
Siamo in spiaggia, il mare mosso dinanzi a noi , buio pesto, vedo a malapena le boe direzionali e pur sforzandomi di trovare qualcosa di positivo, intravedo lo spettro del ritiro. Senza muta avrei rinunciato a partire per motivi di sicurezza, ma provare costa nulla così al "colpo di pistola" entro in acqua demotivato.
Nemmeno il tempo di fare le prime bracciate e vengo "deriso" dal moto ondoso ed è comico nel lato di traverso essere investiti dall'onda ed avere difficoltà ad avanzare.
Termino il primo giro la tentazione d'abbandonare la scena è tanta, però gli amici vicini al giro di boa intuiscono lo stato d'animo e urlano di ributtarmi in acqua. Gesto dell'ombrello rivolto al mare e ciuff !
Ritorno a combattere contro il fluido avverso, costantemente indemoniato, perchè di sconti oggi non se ne fanno.
Esco intontito, cammino sino alle docce, veloce risciacquo e poi corricchiando raggiungo la zona cambio supportato dal pubblico ai bordi della strada. Sotto il gazebo, durante la vestizione, s'ironizza con gli altri atleti riguardo la "centrifuga"  subita nella prima frazione e salgo in bici accompagnato da un'indesiderata pioggia.
Salire a Sant' Ilario non è un problema, in quanto trattasi d'ascesa pedalabile, lo è ridiscendere con la pioggia e le strade pericolosamente viscide, perciò affronto le curve con la dovuta cautela.
L'esser uscito tardivamente dall'acqua rispetto alle scorse edizioni crea un ulteriore intoppo nel proseguo della pedalata, in quanto impossibilitato a sorpassare i concorrenti del mezzo ironman (Elbaman 73 per la precisione). La sede stradale è stretta, aperta al traffico e quando abbozzo un tentativo di sorpasso rischio il classico frontale con un auto quindi alzo l'acceleratore ed attendo la prima salita per recuperare terreno.
Il vento è nostro alleato, soffia alle spalle e ci sospinge nei tratti irti e gravosi come la salita di Chiessi fermo restando che, seppur meno pendente, è la "conquista" di Marciana (375 mt slm) la più significativa delle fatiche d'Ercole per il triatleta impegnato in gara :)
Vogliamo parlare della discesa verso Marciana Marina ? Seppur terribilmente imbranato nell' affrontare le secche curve presenti in essa, il manto stradale si presenta al solito oscenamente sconnesso. Sono trascorsi quasi dieci anni e quest'ultimo grava in condizioni pietose divenendo in tal modo un brutto biglietto da visita per l'amministrazione comunale del paese elbano. Vergognoso a dir poco !!!
Ha smesso di piovere, sfrutto la seconda tornata per spingere sui pedali con la strada libera e le gambe reattive, però mai cantar vittoria prima del tempo ed infatti arriva l'imponderabile....
Si scatena un nubifragio, nelle strade si formano rigagnoli , pezzi di rami d'alberi vengo scaraventati sul percorso rendendolo pericoloso più di quanto non lo sia già ed il freddo prenetra nelle ossa.
Brividi ovunque e pur detestando le salite, l'attendo per diminuire la velocità e scaldarmi nella risalita.
Scendo col cuore in gola a Marciana timoroso di cadere ad ogni curva affrontata , sfrutto il tratto verso Procchio per pedalare con molta agilità e la mantengo nell'affrontare l'ultima breve asperità di giornata.
Con immensa soddisfazione giungo alla seconda transizione, svuotato, spremuto come un'oliva in un frantoio, tolgo le scarpe da ciclo e nello scrutare i piedi, sorrido vedendoli pieni della terra raccolta durante l'acquazzone.
Al solo pensiero di dover percorrere ancora 42 km di corsa vengo assalito da un senso di nausea e sin dalle prime falcate le sensazioni percepite sono alquanto negative.
L'esperienza maturata precedentemente insegna d'attendere qualche chilometro prima di dichiarare in sciopero i quadricipiti e così faccio, incitato dai vari amici presenti nella zona centrale dell'anello di 5,25 km. Lo conosco a menadito e richiede una grande forza mentale nel segmento che conduce verso l'aeroporto caratterizzato da un lungo rettilineo, il quale interminabile negli ultimi giri.
Incrociare gli amici impegnati nella loro fatica, mostrata in varie forme espressive del viso, udire qualcuno gridare il tuo nome sono particolari di notevole importanza per distrarre la mente. Li definirei degli "ammortizzatori psicologici",propedeutico ad allieviare i momenti critici e scacciare i pensieri cattivi .
Rispetto la regola adottata da anni , vale a dire sostare a tutti i ristori per bere e contemporaneamente far rilassare gli arti inferiori sorseggiando le diverse bevande.
Ultimo giro ed in prossimità dell' Hotel Montecristo ritorno sul lungomare osservando con ghigno ironico sulla sinistra il mare increspato e rivivendo nella testa, come in una serie di "flashback", i momenti di difficoltà avuti durante la competizione.
Dalla strada principale svolto a destra per raggiungere il centro cittadino e la meta agoniata da tutti coloro i quali hanno messo anima e cuore per concretizzare il loro sogno, divenire un Elbaman Finisher !
Veleggio negli ultimi metri , pelle d'oca ovunque, esterno tutta la mia soddisfazione scaricando l'adrenalina e l'energie rimaste in corpo. Sono istanti elettrizzanti difficili da descrivere.
Complimenti vivissimi a tutti i finisher dell'Elbaman e dell'Elbaman 73, perchè stavolta oltre ai propri limiti fisici si è dovuto combattere anche contro fattori esterni a volte al limite della sopportazione.
Doveroso ringraziare l'amico organizzatore e Presidente dell'Elbaman Team Marco Scotti, tutta la sua splendida famiglia e gli stoici volontari, i veri eroi della manifestazione, perchè svolgere il loro prezioso servizio ai ristori col maltempo è stata un'impresa ardua.
Un abbraccio a tutti gli amici incontrati ed un particolare ringraziamento, per la consueta cordialità, alla Famiglia Eletti capace di rendere accattivante il loro Agriturismo Orione con continue migliorie.

God bless you !!!

venerdì 13 settembre 2013

Perchè se non piove....

 Merenda pomeridiana
con la Crisp pronta per andare in zona cambio..
durante la prima frazione
                                            in posizione aerodinamica :)
 Non è Powerman Zofingen !
Per il secondo anno consecutivo la Mecca del Duathlon, definita enfaticamente dal Presidente del comitato organizzatore Stefan Ruf, paragonabile alla Wimbledon del tennis , è stata prescelta come sede dei Campionati Mondiali di Duathlon Lungo. In aggiunta a tutto ciò si celebreranno i 25 anni della prestigiosa kermesse, un anniversario storico connesso al mondo della duplice disciplina.
Un evento divenuto significativo nel corso degli anni per il sottoscritto, pietra miliare della mia carriera sportiva, un refrain che si ripete da 11 anni senza soluzione di continuità.
Sarà la dodicesima partecipazione, senza lo stress dell'iniziale e fastidiosa frazione natatoria e come unica preoccupazione il flagello divenuto un emblema della gara, ovverosia la pioggia.
Quando si discute della competizione svizzera, notoriamente impegnativa a causa dei suoi tracciati cosparsi di saliscendi nelle frazioni podistiche, inevitabilmente mi domandano quante edizioni "asciutte" ho corso e rispondo che sono in netta minoranza rispetto a quelle "bagnate".
Da tre anni condivido la trasferta rossocrociata in compagnia dell'amico Franchino, iscritto alla "short distance" ed a noi s'aggiungeranno l'allievo Roberto e Paolo Zucca entrambi al via della distanza classica.
Come da copione clicco su Meteo Suisse controllando periodicamente l'evoluzione delle previsioni meteorologiche relative al fine settimana scoprendo un'inusuale prosecuzione dell'estate e temperature attorno ai 28 gradi. Il favonio ha deciso d'installarsi nella Svizzera tedesca ed il clima ne beneficia positivamente, ma sarebbe chiedere troppo alla buonasorte e pretendere siffatte condizioni anche la domenica.
In effetti, con nostra immensa insoddisfazione, quest'ultime peggiorano e si rimarrà col dubbio sino all'ultimo quindi, "per non saper né leggere né scrivere", opto per il cambio ruota anteriore della bici. Via quella in carbonio e relativi pattini frenanti sostituita da una in alluminio, scongiurando in tal senso problemi di frenatura sul bagnato. Mentre effettuo l'operazione, aggiusto i portapattini, provo la frenatura ed il freno sinistro s'allenta !
L'indomani ,dopo aver caricato biciclette e borse sulla monovolume di Franchino, poniamo rimedio al problema sostando pochi minuti dal meccanico ciclista di fiducia. 
Lunga coda prima d'immetterci nel tunnel del San Gottardo, la quale comporta una considerevole perdita di tempo ed arrivo a Zofingen nel primo pomeriggio con un intermezzo per il pranzo a base di pasta fredda insaporita da tonno e broccoli.
Purtroppo, e ne siamo particolarmente dispiaciuti, il pasta party tradizionale del sabato è stato anticipato al venerdì sera e rimaniamo stupiti dell'assenza di fervore e festeggiamenti in occasione di una ricorrenza così significativa. Ritirato il pettorale è tradizione consumare un paio di dolci locali e successivamente depositare i bagagli nei rispettivi Gasthof. Giunti in camera ci concediamo una doccia rilassante, attacchiamo gli adesivi sul casco e bicicletta quindi facciamo ritorno in centro paese per la cena. Sembra d'essere su scherzi a parte, considerato l'inconsueto caldo estivo a queste latitudini, e siamo alquanto inviperiti dopo aver visionato su un canale televisivo il bollettino meteo. Dicono pioverà sin dal mattino, la mente rievoca alcune edizioni probanti in virtù del freddo patito e ricordo d'essere stato sul punto di staccare il pettorale....
No pasta party quindi dobbiamo scovare una pizzeria per il tradizionale carlo load e consiglio agli amici il locale dove solitamente cenavo prima che gli organizzatori partorissero la splendida idea d'organizzare una cena per tutti gli atleti.
Il pasto serale sarà composto da una mezza pizza, un piatto di pasta in bianco cosparsa di grana e condita mediante un filo d'olio d'oliva a cui fa seguito una passeggiatina. Fortunatamente incontriamo altri atleti italiani anch'essi preoccupati dal clima ostile pronosticato per il giorno seguente e la serata passa in allegria.
Si va a nanna con la speranza nel cuore, senonchè a mezzanotte nel dormiveglia sento sbattere violentemente la finestra della camera ed alzatomi la richiudo, osservando fuori la pioggia accoppiata ad un vento impetuoso :O
Stessa identica solfa alle 5.30, sale la tensione unita allo scoramento, rimango sdraiato sul letto sino alle 6 e poi decido di raggiungere il tavolo, sul quale sono posizionate le canoniche tre barrette destinate alla colazione. Le sgranocchio nervosamente senza avvertire alcun tipo di gusto perchè il pensiero è là fuori ed il desiderio di rimanere in camera direi elevato.
Franchino sollecita la partenza in modo tale da poter sistemare l'auto nelle vicinanze dell'Arena e durante il tragitto la pioggia cala d'intensità . Trovato un parcheggio, scarico la bicicletta, salgo in sella e provo i cambi lungo un vialone poi c'avviamo in zona cambio rimanendo sorpresi dalla temperatura elevata. Accanto al posto assegnato agli atleti l'organizzazione ha gentilmente posizionato una cassetta ove riporre tutto l'occorrente necessario in gara.
Abbandonato il prato, raggiungiamo la palazzina degli spogliatoi ed una volta effettuato il cambio d'abiti scattiamo una foto ricordo nella sala stampa "ammazzando" l'attesa con battute scherzose riguardo la posssibile doccia sui pedali.
8.30. Usciamo per un breve riscaldamento e nella zona di partenza  incontro l'amico Andrea Libanore, esordiente lo scorso anno, tornato "carico" e desideroso di migliorarsi dopo un'attenta e mirata preparazione.
Poco distante sento qualcuno chiamare il mio nome, si tratta di Udo Siebert  fondatore del Jubilee Club,  e l'abbraccio calorosamente.
Entriamo in griglia ,vengono presentati i big e,vista l'assenza forzata del Campione del Mondo in carica Joerie Vansteelant, il favorito d'obbligo sarà il suo connazionale Rob Woestenborghs mentre per il gentil sesso non vedo avversarie capaci di contrastare la svedese Eva Nyström.
Ultimi secondi prima del via , strette di mano , pacche sulle spalle fra noi italiani e quando d'ode il colpo di pistola scattiamo in avanti applauditi dal pubblico allineato ai bordi della salita , la quale diverrà  ripida in modo significativo già prima dell'entrata nel bosco.
Sbuffo, la strada sale ancora, sebbene le pendenze siano meno aspre del tratto asfaltato e dopo altri 3 km di "up and down" ripasso dall'Arena accolti dagli incitamenti della folla presente sugli spalti. Al solo al pensiero di dover affrontare nuovamente la prima erta  cado in depressione e difatti cammino due volte evitando di faticare oltre il dovuto.Ciò nonostante avverto le gambe granitiche , ridiscendo in zona cambio,  indosso manicotti e gilet antivento e la scelta si è rivelata azzeccata poiché la pioggia, in qualche frangente, scesa copiosa, ha raffreddato la temperatura percepita soprattutto nelle discese e nei segmenti veloci .
Durante l'ascesa verso il famoso Bodenberg vengo sorpassato da chi ama pedalare e s'allena in salita al contrario del sottoscritto e giustamente pago dazio. Punizione meritata e sarà così in ogni percorso quando la strada salirà  :)
Conscio dei miei limiti sorrido e saluto quando, come si suol dire, vengo "sverniciato" rimanendo shockato nel vedere, in un successivo rettilineo, un'ambulanza lampeggiare e steso a terra un concorrente attorniato dai sanitari. Sono immagini agghiaccianti e spero si sia risolto tutto senza gravi traumi per lo sfortunato atleta.
La statistica concernente le passate edizioni narra di una media costante nei primi due giri ,al contrario del terzo ed ultimo dove fisicamente e psicologicamente ne risento, calando vistosamente l'andatura.
Quest'anno, pur arrancando in misura maggiore sulle salite dell'ultima tornata, ho meglio gestito l'energie e contenuto il divario riguadagnando la zona cambio stanco ma ancora discretamente lucido e reattivo.
A questo punto il menu del Powerman Zofingen presenta il suo piatto forte, ovverosia i circa 30 km della terza frazione, decisamente gravosa a scapito dei quadricipiti, ai quali evito di comunicare il loro infame destino :D
Tolgo occhiali e gilet , metto la visiera e parto di corsa salutato dal Franchino il quale domanda se va tutto bene e rispondo con una smorfia significativa. Lasciata l'Arena si percorre un tratto asfaltato inizialmente in leggera salita all'interno del quale spicca un breve strappo "assassino"ed un rettilineo utile a rilassare fisico e mente. Alla fine di quest'ultimo inizia la lunga ascesa nel bosco ed adotto la tattica collaudata nel corso degli anni alternando corsa e cammino perchè sarebbe pura follia intestardirsi a voler correre ininterrottamente. L'assenza d'allenamento su questi saliscendi non me lo consente quindi il piano previsto è solo di contenimento, correndo quando posso farlo e recuperando nei punti letali per le gambe. Nelle discese ripide le sento "urlare" cosi come lo speaker al giro di boa dei 15 km ed incrociando lo sguardo di Franchino vorrei cercare di sorridere però la stanchezza ha la meglio. La testa è proiettata al secondo giro affrontato con le pile scariche ed un leggero giramento di testa che mi consiglia di procedere a rilento gestendo quel poco carburante rimasto in corpo.
Sosta all'ultimo ristoro posizionato nel punto in cui ha inizio la ripida e dolorosa discesa, in quanto la forza eccentrica devasta ogni singola fibra muscolare presente negli arti inferiori.
Oooooooh è terminata ! Torno a calpestare l'asfalto, ricompare il sorriso, voglio assaporare sino in fondo quest'ultimo chilometro lasciando sfilare gli sprinter assatanati e mi sento come un maratoneta nell'affrontare l'ultimo giro di pista nello stadio. La gente ti tributa il giusto riconoscimento, vorrei abbracciarli uno a uno , finalmente posso sorridere a Franchino e sfogare tutta la contentezza allorchè transito a braccia alzate sotto lo striscione d'arrivo. Stretta di mano col Presidente Ruf e ritiro medaglia e maglietta di finisher.
Quanto è bello avere gli spogliatoi a 100 metri dal traguardo! Una doccia calda allevia la stanchezza ti ridona vitalità così come il massaggio eseguito abilmente dallo staff di fisioterapisti messi a disposizione degli atleti.
Seppur nauseato cerco di mangiare qualcosa, provo il gulash e lo trovo piuttosto scadente pertando di comune accordo con Franchino salutiamo la truppa e ce ne torniamo à la maison ....
Complimenti all'allievo Roberto autore di una splendida prova ed a tutti i finisher. Zofingen chiede parecchio in termini di dispendio fisico però regala momenti ed emozioni indelebili . Quelli rimarranno nel vostro cuore eternamente.

God bless you !!!