giovedì 30 agosto 2012

Dallo Zeleznak al Pordoi .....

Stanchi ma sorridenti dopo la gara ....
in compagnia di Jirka 
Marina Lipno
Herreninsel : la dimora di Ludovico II
dolci tentazioni a Siegsdorf ...
Chiesa a Maria Eck
la ripida salita verso la Chiesa di St.Georg
Chiemgau Arena 
la Streif di Kitzbuhel d'estate :-)

                                                                Passo Pordoi, si cerca di sorridere....
...per poi ridiscendere col carro attrezzi :-)
Ormai non ci speravo più , avevo abbandonato l'idea di ritornare dall'amico Jirka in Boemia ,a Lipno nad Vltavou, per partecipare allo Zeleznak.CZ l'Ironman da lui organizzato con tanta passione, seppur con limitate disponibilità economiche.
In questo caso il detto "non è l'abito a fare il monaco" calza a pennello, e chi partecipa a siffatti Ironman "pane e salame" è conscio di trovarsi in un mondo dalle caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quelle della M pallinata e patinata.
Personalmente apprezzo molto il clima familiare che si respira all'interno di queste manifestazioni, in tutte le fasi , dal ritiro pettorali alle premiazioni post gara.
Ma la dea bendata mi ha messo involontariamente in contatto con l'amico alessandrino Roberto "Babyface" Cornaglia , il quale dopo un breve periodo di riflessione ha accettato entusiasticamente l'idea di confrontarsi con una nuova realtà sportiva ed il mio tour post gara. Reduce dall'IM Franca a Nizza e con le pile scariche cercava nuovi stimoli ed affrontare una competizione quasi in solitaria è il modo migliore , direi catartico, per farlo.
Per evitare la noia di un lungo viaggio avevo programmato una sosta in Tirolo giusto a metà strada in quel di Angerberg dove lo splendore dei prati verdi, certosinamente rasati come da tradizione locale, ti riconcilia con la natura. Idem per il nostro alloggio sistemato sopra la stalla del Gasthof , pulito e spazioso all'interno del quale si scatena la lotta con le mosche locali :-)
Cena in pizzeria nella vicina cittadina di Worgl a cui fa seguito l'immancabile gelato, una costante per quasi tutta la vacanza e gioia per il mio palato d'insaziabile goloso. La mattina successiva , in accordo con Babyface, decidiamo di sciogliere un pochino le gambe mediante una breve corsetta. Con nostro grande rammarico scopriamo l'assenza di pianura nei dintorni e le maledizioni escono dalle bocche d'entrambi .....
A ripagare la breve fatica l'abbondante colazione consumata, con un desco ricco di cibi dolci e salati, praticamente un pranzo. Il caldo afoso da quando abbiamo lasciato il Belpaese è solo un triste ricordo e ne giova il fisico non più costretto a sudare per controllare la temperatura corporea.
Arrivati a Lipno ci dirigiamo subito a depositare i nostri bagagli al residence prenotato e con nostra grande soddisfazione apprezziamo la qualità dello stesso, sicuramente lussuoso per gli standard del posto. Nemmeno lontanamente paragonabile col dormitorio umido e spartano dell'anno precedente e col senno di poi ne è valsa la pena spendere 40 euro in più per tre notti . Dello stesso avviso Babyface entusiasta della location a tal punto dall'affermare che mi ringrazierà a vita per l'opportunità concessagli di trascorrere una vacanza insolita, imprevista e come il tempo locale .....imprevedibile :-)
Siamo a circa 700 mt di quota e pur smanettando in internet, per cercare di capire cosa ci riserverà il meteo nel giorno deputato alla iron-fatica, rimaniamo delusi nel leggere i contradditori bollettini diramati dai vari siti.
L'unica cosa sulla quale sono tutti concordi sarà la temperatura dell'aria direi alquanto frizzante e chi mi conosce sa quanto detesti le basse temperature.... All'uscita dall'acqua si prevedono 12 gradi con minaccia di pioggia durante la mattinata , perciò potete immaginare con quale entusiasmo ed approccio mentale ci avviciniamo alla prova :-O
Inutile lamentarsi perchè a queste latitudini si passa, in un battito di ciglia, dal godere del tepore proveniente dai raggi solari al dover indossare capi d'abbigliamento autunali per la presenza di nubi. La vigilia della gara oltre ad una sgambatina di corsa molto breve è dedicata alla visione del percorso ciclistico, elogiato da Babyface per il contorno di foreste,la tranquillità e quel senso di pace trasmessi dai luoghi visitati.
E' giunta l'ora di ritirare il pacco gara quindi scendiamo a livello del lago a Marina Lipno, geniale trasformazione urbanistica della zona attorno al lago divenuta un polo turistico a 360° perchè qui d'inverno si scia mentre d'estate si praticano sport acquatici. Carino il piccolo porto creato, con la barche attraccate ai moli ed i riflessi nell'acqua tali da creare uno sfondo da cartolina. Abbraccio Jirka sempre cordiale , ma non mi dilungo con lui perchè è molto indaffarato nell'allestire la zona cambio coadiuvato dai volontari. Bello il siparietto del briefing in inglese con Gabriela , triatleta di spessore , la quale cerca di farsi comprendere dai pochi astanti per lo più tedeschi. Ogni tanto m'intrometto per spiegare alcuni trabocchetti del percorso ciclistico , sfoderando un inglese colorito, e spesso sono i gesti a rendere l'idea di cosa vorrei dir loro. Scoppia la risata della platea :-D
Il cuoco del duo, cioè il sottoscritto, si mette ai fornelli per cucinare l'usuale menu della cena prima di un IM , vale a dire pasta col tonno e verdurine in scatola. Un po' di frutta secca come dessert perchè di gelaterie non ve ne sono e la voglia d'uscire è pari a zero ;-)
Solito problema dell'addormentarsi ad orari insoliti  con schiamazzi notturni a rovinarci il sonno ! Alzarsi alle 4.15 del mattino,  è sconvolgente se si pensa di dover affrontare un impegno sportivo considerevole, con alle spalle una notte praticamente insonne .....
Colazione composta da tre barrette ingerite apaticamente , una tazza di tè e poi uno sguardo al cielo nuvoloso, fortunatamente senza minacce di pioggia. In auto raggiungiamo il parcheggio situato a poche centinaia di metri dalla zona cambio ed il termometro segna 10 gradi con un'umidità che ti penetra nelle ossa. Il clima ideale per avvertire freddo, quindi cerco e trovo rifugio sotto al piccolo tendone destinato al cambio abiti prima e durante la competizione .
Indossiamo la muta e passeggiare a piedi nudi sull'erba del prato è come se lo si facesse sulla neve , indi per cui meglio tenerli a bagnomaria nell'acqua del lago, sicuramente più calda ;-)
Alle 7 del mattino poco più di trenta triatleti si tuffano nelle tiepide acque del Lipno Lake e dopo poche bracciate "sguazzo" solo ,come se fossi in una grossa piscina naturale a svolgere il mio indigesto compitino.
I tre giri previsti sembrano infiniti e m'assale il dubbio sulla reale distanza , forse superiore ai canonici 3,8 km .  L'importante è l'essere riusciti a completare la frazione notoriamente fastidiosa per il sottoscritto anche se il bello deve ancora venire.... 
Con la dovuta calma indosso tutto quanto possa aiutarmi a combattere le rigide temperature dell'aria perchè pedalare all'interno delle foreste boeme sarà sicuramente inebriante sotto l'aspetto paesaggistico però il freddo al loro interno è poco salutare :-)
Nonostante abbia messo un sottocasco avverto, sulla fronte, una forte sensazione di gelo allorchè affronto le discese e per fortuna non piove evitando così di trasformare il liscio manto stradale in un patinoire.
Noooooooo ! Inizia a piovere e siamo alla fine del primo giro! Rimembro le vicissitudini dell'anno passato e prego di non riviverle perchè credo non riuscirei a sopportare ulteriore disagio fisico.
Qualcuno lassù ci ama, la pioggia c'abbandona ma le previste schiarite non si vedono, se non di rado, e l'aria non si scalda ragion per cui rimango sempre ben coperto. Il malefico strappetto nel risalire a Sveraz spezza i quadricipiti e raggiunto il secondo GPM a Malsin non rimane che l'ultima lunga e costante salita da Vissi Brod a Lipno . Il terzo passaggio è una piccola via crucis ed una volta scollinati si ridiscende sino a Marina Lipno, dove posso, come si suol dire, tirare un sospiro di sollievo in quanto sofferente nella zona lombare. Sarà stato il freddo o non so cosa però la bassa schiena mi duole a tal punto da non riuscire a correre. Tragici i  km iniziali della maratona con alcune soste in cui, tramite esercizi d'allungamento, cerco di rilassare il distretto muscolare infiammato. Si fa la largo nella mente l'ipotesi di una corsa interrotta da numerosi e forzati stop ma il dolore cala e riesco a procedere a buon ritmo.
Rivedo con piacere Babyface nel nostro "avanti e indrè" lungo la ciclabile, destinata allo svolgimento della frazione podistica. Poco più di 5 km, intasati dalla presenza d'intere famigliole coi pattini a rotelle ai piedi e non di rado, per evitare pericolosi scontri, sono costretto a slalomeggiare :-O
La temperatura è ottima per correre, affiora cammin facendo una marcata stanchezza, e sorrido ironicamente dentro me mentre  ripenso al disagio fisico patito sulle due ruote. Sosto ad ogni ristoro per bere  ed alimentarmi con qualche gel e nell'ultima tornata mentre incontro Babyface appare sul volto d'entrambi un sorriso. Un bel "cinque" e ricevo i complimenti dell'amico alessandrino perchè ormai sono prossimo al traguardo. Cosa si pensa mentre si percorrono gli ultimi metri di una gara durata svariate ore?
E' un film già visto e,  fedele al mio motto "l'importante è arrivare col sorriso sulle labbra" , cerco di godermi questi secondi di pura adrenalina , cosa difficile a realizzarsi nel momento in cui si è sofferto oltremisura.
Lo speaker annuncia il mio arrivo, alzo le braccia al cielo mentre transito sotto lo striscione e vedo Jirka immortalare la scena con uno scatto fotografico. Una stretta di mano, una foto con medaglia al collo a fianco del solerte organizzatore boemo e poi infreddolito mi cambio senza trovare quel calore sperato. Mangio qualcosa in attesa di vedere l'arrivo di Babyface e quando lo vedo immettersi sul breve rettifilo , prossimo al traguardo, grido a squarciagola il suo nome per poi abbracciarlo non appena finisce la sua fatica.
Ovviamente non possiamo farci mancare la foto ricordo di questa ironavventura dai sapori forti seppure sia stata vissuta,non di rado, soli col proprio respiro,mentre s'udiva ,immersi nella natura, il rotolare delle ruote, "lontani dal logorìo della vita moderna" come recitava un famoso spot pubblicitario....
Giunti all' appartamento finalmente possiamo godere di una doccia calda ed il cuoco Ame cucina un bel piatto di pasta per ricostruire rapidamente le scorte di glicogeno andate perse nelle svariate ore precedenti :-)
L'indomani salutiamo la selva boema per trasformarci in turisti fai da te e goderci una mini vacanza programmata dal sottoscritto a parte l'appendice finale partorita da Babyface. A costui, per evidenti problemi di demabulazione, verrà  affibbiato un nuovo nick name  : Gambadilegno :-)
Prima tappa del tour Siegsdorf, località bavarese strategica per poter ammirare il lago Chiemsee altrimenti detto "Mare di Baviera" per la sua vastità. Irrinunciabile la visita, trasportati da un affollato traghetto, alle due famose isole al suo interno , Herreninsel e Fraueninsel con la prima decisamente più significativa per la presenza del maestoso palazzo di Re Lodovico II a quanto si dice il monarca più famoso di Baviera.
Punto fermo per le nostre cene serali "Il Porcino" una pizzeria-ristorante gestita da napoletani decisamente pittoreschi , e come antipastino è d'obbligo gustare delle ottime bruschette seguite da una discreta pizza cotta in forno elettrico.Il menu turistico prevede la visita di Ruhpolding, località cara a tutti gli amanti del biathlon,  il mio sport preferito. Si rimane sempre a bocca aperta nell'ammirare la pulizia dei luoghi, abitazioni  da cartolina decorate e caratterizzate da balconi ricchi di fiori . Magnifica la chiesa parrocchiale di St. Georg raggiungibile attraverso un'erta maldigerita da Gambadilegno per non parlare della lunga scalinata utilizzata per ridiscendere :-)
Ma il cuore batte forte allorchè facciamo visita alla Chiemgau Arena , tempio del biathlon tedesco e dopo averla visitata si capisce quanto sia importante e radicato nella cultura germanica questo sport ....
Proseguiamo il nostro "sacro "tour visitando la chiesa di Maria Eck al termine di una ripida salita dalla quale si può godere di un meraviglioso panorama sul lago Chiemsee e rimaniamo affascinati dalla tranquillità dei luoghi . Concludiamo in bellezza proseguendo per Traunstein città famosa per aver dato i natali all'attuale Papa Benedetto XVI e scattiamo la foto di rito del busto a lui dedicato posizionato al di fuori della chiesa di St. Oswald . Qui il Pontefice celebrò la sua prima messa .
Abbandonata la ricca e verdeggiante Baviera facciamo tappa in quel di Saint Johann in Tirol , l'ennesima cittadina -cartolina capace di lasciarti senza fiato e ci scappa una fetta di strudel, dolce legato alla ricca tradizione dolciaria tirolese. Nonostante l'ennesimo errore di percorso riusciamo a trovare la via maestra e giungere nella lussuosa Kitzbuhel smaniosi d'ammirare la celeberrima Streif. La delusione è all'ennesima potenza, considerando le aspettative, e dopo tanto girovagare veniamo a sapere da una coppia di valtellinesi che la finish line ...finisce nel campo da golf  dinanzi a noi  :-O Per dirla alla brianzola "ma va dà via i ciap !!!!  :-)
Si fa rientro sull'italico suolo pernottando a Laives (BZ) in una catapecchia a dir poco oscena e non m'addentro nei particolari per non causare problemi di stomaco ai lettori :-)
Il solerte Gambadilegno voleva farmi ammirare le Dolomiti, gioelli  naturalistici della Val di Fassa , compiendo l'intero Giro dei quattro passi , altrimenti detto del Sella- Ronda e dopo aver percorso in toto la Val di Fiemme arriviamo a Canazei. Attraversiamo il centro abitato ed in fondo al lungo rettifilo, giunti al bivio Passo Pordoi - Passo Fedaia , optiamo per il primo risalendo gli 11 km di tornanti che ci separano dal passo.
Siamo quasi in cima ma.......all'ultimo tornante la temperatura dell'acqua segna 130 gradi e non appena riisciamo a parcheggiare l'auto, esce dal cofano una fumata bianca e da sotto un rigagnolo formato dall'acqua del radiatore !
I nostri volti esterrefatti non credono ai loro occhi , ma siamo su scherzi a parte? dai ripartiamo su....
No no siamo arrivati al capolinea e in un lampo di lucidità dico a Roberto di cercare tramite smartphone un soccorso ACI a Canazei e nella disgrazia la buonasorte si ricorda di noi. Tempo 45 minuti dalla chiamata ed il carro attrezzi carica l'auto e noi due riportandoci in valle a Canazei.
Il titolare dell'officina riuscirà a sistemare l'auto la sera del giorno successivo e c'è mancata la cosiddetta ciliegina sulla torta per concludere alla grande un'indimenticabile vacanza.
Ringrazio sentitamente l'amico Roberto, perfetta spalla per aver sopportato le mie stravaganti idee fotografiche :-D

God bless you !!!

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