domenica 27 maggio 2012

Quince veces....


Avanti e indrè sull'Avenida de las Playas
                                            In compagnia del Mazzo un patacca d.o.c
Glenda , Mazzo, Ame e Monica
M della torta dedicata all'Ironman Lanzarote 2012 ;-)

E' la risposta fornita a Kenneth Gasque subito dopo aver terminato la prova sportiva da lui creata e resa celebre nel mondo intero, vale a dire l' Ironman Lanzarote.
Risulterei ripetitivo nel sottolineare quanto profondo sia il legame affettivo per questo evento, equiparabile ad un documentario naturalistico-sportivo , dispendioso a livello di fatica fisica , nulla se paragonata all'eccitazione avvertita in alcuni frangenti della competizione.
Un cammeo naturale capace di dipanarsi metro dopo metro, pedalata dopo pedalata, e ti senti protagonista di un cortometraggio.
Nell'isola canaria detta legge Madre Natura e solo dove ha generosamente concesso il suo beneplacito l'uomo ha potuto metterci mano costruendo, in alcune occasioni, ecomostri di cemento i quali mal si conciliano con l'ambiente.
Quest'anno finalmente sono riuscito ad allettare e convincere a tentare l'ironavventura l'amico bolognese Fabrizio Mazzotti detto il Mazzo accompagnato dalla consorte Monica, una donna a cui mi lega un feeling particolare. Insieme ci divertiamo a canzonare il marito e le risate diventano più grasse delle piante presenti in gran numero sul suolo lavico lanzarotegno :-)
Alla sua seconda esperienza come spettatrice di un simile spettacolo anche l'amica Glenda con trascorsi nel nuoto agonistico, alcune apparizioni sulle distanze brevi nel triathlon ed ora istruttrice di yoga. Dice d'essere molto curiosa, dopo l'esperienza dello scorso anno a Klagenfurt , di seguire un Ironman molto diverso per l'alone mitico creato attorno ad esso. Il motto coniato di "el mas duro del mundo",a mio modo di vedere esagerato , non di rado condiziona la partecipazione d'alcuni atleti timorosi d'affrontarlo.
Arrivo mercoledì pomeriggio nell'isola e trasferimento all'appartamento situato a Puerto del Carmen grazie al Mazzo, il quale gentilmente passa in aeroporto a prelevarci. Da diversi giorni un caldo umido insopportabile la fa da padrone rendendo le condizioni climatiche a dir poco proibitive ma a quanto pare l'ondata di calore si sta dissolvendo. In efffetti il giorno seguente la temperatura dell'aria, condizionata dal classico vento canario, torna alla normalità e come da programma nel pomeriggio si passa al Club La Santa per il tradizionale ritiro del pacco gara a cui fa seguito il pasta party. Il Mazzo, seppur a conoscenza della mia vorace golosità, si dice impressionato della quantità di dolci ingeriti dal sottoscritto.
La mattina seguente, vigilia della gara, corro appena alzato 20 minuti per alleggerire il peso allo stomaco accumulato la sera precedente, per poi preparare le sacche da consegnare al bike check-in pomeridiano.Nella tarda mattinata un atleta brasiliano residente in Portogallo , tale Faber, chiede aiuto perchè il compare che lo deve portare a ritirare il pacco gara non si fa vivo quindi da buon samaritani ci rendiamo disponibili ad accompagnarlo noi...
Bello, mentre si depositano sacche gara e bicicletta, salutare i vari amici e contrariamente agli anni passati non percepisco una temperatura torrida tuttavia l'esperienza maturata consiglia di bere per reintegrare i liquidi persi.
It's time to pasta ! e per rendere più gustosi i fusilli aggiungo una scatola di tonno condendo il tutto con dell'olio extravergine d'oliva. Il Mazzo lancia l'idea del gelato ma, dopo una stancante passeggiata, della gelateria da lui citata non si vede l'ombra quindi dietro front e si va a nanna perchè alle 4,15 si dovrà controvoglia scendere dal letto. Come da copione, nella notte pre gara s'alternano periodi di sonno ad altri di dormiveglia e personalmente mi risulterà eternamente indigesto far colazione ad orari così insoliti.
Ingerisco un mix composto da barrette proteiche (Protein Crunch ) e ricche di caboidrati ( Carbo Complex) fornite da Eurosup accompagnate da una tazza di tè ed un paio di fette biscottate cosparse di marmellata. Piccolo riposino e ritrovo alle 5.35 col Mazzo e discesa in zona cambio per gli ultimi preparativi tra i quali la trasformazione in pinguini vestiti di neoprene :-)  Sotto il tendone, predisposto in spiaggia dall'organizzazione per il cambio d'abiti, attimo di panico in quanto smarrisco la cuffia ritrovata dalla compagnia d'amici coi quali stavo chiacchierando.
Deposito la sacca bianca coi vestiti, la ritroverò alla fine della prova, raggiungo la zona di partenza e la tensione inevitabilmente sale condizionata dal conflittuale rapporto intercorrente tra me e l'acqua :-)
Si parte ! dal colpo di pistola necessito di un po' di tempo per "puciare" i piedi nelle fresche acque oceaniche in quanto ritengo inopportuno far la parte della vittima sacrificale, sovrastato dai leoni marini inferociti. Meglio quindi posizionarsi nelle retrovie cercando d'evitare contatti pericolosi.
Primo giro abbastanza movimentato e speravo di poter sguazzare meno ansiosamente nel secondo, ma ecco il patatrac col mio tallone sinistro spinto contro una boa ed un dolore da togliere il fiato per qualche secondo. Riparto e finalmente concludo  la frazione indigesta notando, mentre indosso l'abbigliamento per la successiva pedalata, la zona colpita sanguinare. Decido di calzare le scarpe in prossimità dell'uscita dalla lunga zona cambio, evitando di stringere la sinistra e la scelta si rivelerà azzeccata perchè non percepirò dolore nello scenografico tour lungo 180km . Primi 10 km decisamente da dimenticare con tre soste in grado d'innervosirmi assai, la prima per stringere le appendici, la seconda per centrare la ruota posteriore e l'ultima per la discesa della catena :-(
Risalgo in sella molto nervoso e ci pensa la salita di Puerto Calero a distogliere la mente da cattivi presagi dopo un inizio direi piuttosto negativo. Primo passaggio degno di nota sulla strada che dalle saline lambisce Los Hervideros e la zona nei pressi de Il Golfo per poi risalire ed immettersi nel Parco del Timanfaya e scalare l' "ondeggiante" salita partendo da Yaiza.
Faticaaaa ! e nella successiva discesa cerco di recuperare risparmiando le gambe nel tratto alla fine del quale s'attraversa Mancha Blanca dove solitamente uno sparuto numero d'abitanti del luogo cerca di supportarci con un po' di folklore. Lunga discesa e passaggio Tinajo e poi un'altra sino a La Santa arrivando poco distante dal celeberrimo Club da dove si svolta a destra per raggiungere Famara passando da Soo.La  Caleta de Famara richiamo per i surfisti con l'asfalto stradale perennemente disastrato è da sempre una specie di spartiacque nella mia testa perchè una lunga strada ci condurrà a Teguise antica capitale dell'isola e da lì saranno dolori in quanto si comincerà a salire.....
Immerso nei miei pensieri sento il rumore di uno scooter  mi volto e come un miraggio appare l'amico Eddi, italiano trapiantato a Puerto del Carmen e finisher lo scorso anno al suo esordio nella triplice, con la consorte Viviana seduta dietro . Quest'ultima armata di macchina fotografica digitale scatta qualche foto ed un breve video mentre affronto l'odioso tratto controvento verso Teguise. Al passaggio nel centro abitato raggiungo l'amico Richi Rigoni e tra gli incitamenti del pubblico presente iniziamo la scalata verso il primo Mirador quello di Haria. Conscio della scarsa preparazione sui pedali tolgo la polvere dal 25 un pignone e salgo in agilità pur faticando. Timoroso e marcatamente impedito in discesa l'affronto con molta cautela superato da parecchi atleti e giungo ad Haria cercando di non pensare all'impegnativo segmento che ci condurrà al secondo Mirador previsto nel menu , quello del Rio.
Il piccolo muro di Huy canario nei pressi di Guinate è, come ogni anno, una stilettata per i quadricipiti ! :-O
Prime rampe di salita poi la strada spiana e grido "spettacoloooooooo" mentre ammiro sulla sinistra lo spettacolo mozzafiato gentilmente offerto dalle varie tonalità d'azzurro dell'oceano sottostante. Uff, anche questa sfacchinata è fatta e, nel breve tratto che precede la discesa, n'approfitto per bere, mangiare e rifiatare scendendo sempre con molta calma. Gli ultimi 55 km evidenzieranno la carenza di preparazione sui pedali e qui occorre essere piuttosto sagaci nell'evitare di forzare, procedendo di conserva con le poche energie rimaste. Da rimarcare il manto stradale  tremendamente rovinato nei pressi di Nazareth sempre percorso col cuore in gola, lanciando epiteti a chi non si decide a riasfaltarlo ! :-D
Giunto nell'abitato di Puerto del Carmen c'è la consapevolezza e la contentezza d'esser riuscito a concludere una frazione impegnativa subito smorzata dal dover correre una maratona al caldo e costellata da saliscendi .
Durante la seconda transizione vedo la calza sinistra posteriormente insanguinata ed il timore di non esser in grado di correre si materializza quando infilo le Bondi. L'accorgimento di tenerle larghe è un toccasana perchè corro solo con un leggero fastidio e nulla più. A dir il vero percorsi 3-4 km provo sensazoni negative e le gambe sembrano in sciopero. Ci si mette pure un rognoso vento contrario e giungere a Playa Honda al giro di boa del primo giro è mentalmente pesante.
Ritrovo, cammin facendo, condizione e gambe reattive e sino all'inizio dell'ultima tornata viaggio spedito, senonchè la stanchezza affiora. Precauzionalmente inserisco la ridotta perchè giusto soffrire ma la stagione è appena iniziata e da fare ce n'è ancora parecchio ;-)
I brividi provati negli ultimi metri, liberarando tutta la contentezza imprigionata dentro me sono emozioni uniche, la giusta ricompensa dopo cotanta fatica. Braccia alzate , pugni chiusi , sguardo rivolto al cielo ed un altra perla incastonata nella mia preziosa collana sportiva....
Ringrazio tutti gli amici coi quali ho condiviso questa settimana, Glenda, Mazzo e Monica, Eddi e Viviana, Richi, Enrico e complimenti a tutti i finisher perchè il tempo finale presto si scorderà mentre nella nostra mente rimarrà indelebile il cammino compiuto, coi suoi alti e bassi, per coronare un sogno.

God bless you !!!

venerdì 4 maggio 2012

Bondì mezza !


un particolare ringraziamento alle Bondi qui ritratte ;-)

Con la possibilità oggigiorno di monitorare il meteo consultando i vari siti sul web risulta assai semplice pianificare l'attività sportiva all'aperto. Curioso, lo scorso fine settimana, di conoscere cosa ci riservava per il 1° maggio questa primavera imbizzarrita dove la pioggia la fa da padrone, mi son cascate le braccia !
Ma il sole è stato imprigionato da Giove Pluvio? :-)
La necessità, dicono, aguzza l'ingegno quindi fortunatamente, sfogliando il calendario gare, ho scovato una mezza  in quel di Rodengo Saiano valida come campionato provinciale bresciano. L'intento era quello di testare le Hoka Bondi su una distanza maggiore rispetto alle brevi uscite effettuate in allenamento dove al massimo percorro 8 -10 km. Considerando l'imminente impegno gravoso a livello muscolare dell'Ironman Lanzarote era opportuno verificare le sensazioni trasmesse dalla suddetta scarpa e dai miei piedi poco avvezzi a correre con un'ammortizzazione molto accentuata.
Quando le calzi ed inizi a correre rimani esterrefatto di come "rimbalzi" e verrebbe da pensare che non si possa correre a lungo in siffatte condizioni. Col passare dei km però viene a crearsi un adattamento mediante il quale si trae beneficio a livello articolare e quindi in ottica "maratona IM" questo parametro assume un'importanza non trascurabile.
Al mio arrivo al centro sportivo del piccolo paese bresciano noto le strade molto bagnate e difatti lo speaker ricorda ai podisti l'acquazzone appena terminato mentre quest'ultimi, me compreso, sono in fila sulle tribune per il classico ritiro dei pettorali. Vi sono solo due persone incaricate alla distribuzione degli stessi e,causa una certa disorganizzazione, si diffonde un po' di nervosismo.
Cambio abiti iniziato in tribuna e concluso negli spogliatoi incrociando Matteo Crotti, al rientro alle gare dopo più di due mesi di stop forzato. Sarà, come sempre, protagonista di una prova eccelsa e spero possa continuare a correre con continuità senza essere tartassato da spiacevoli infortuni .
Maledico la scelta d'indossare il cappellino perchè il previsto diluvio non ci farà visita e l'elevata umidità dell'aria provoca una sudorazione inattesa. Ore 9 e successivamente al tradizionale colpo di pistola, i concorrenti percorrono mezzo giro di pista per poi lasciare l'impianto ed affrontare il primo dei due giri previsti. Il volantino presente sul sito dell' Atletica Rodengo Saiano parlava di percorso filante con qualche calvalcavia.
Purtroppo il tracciato si rivelerà ostico con due cavalcavia, una breve salita e continui cambi di direzione il tutto ovviamente moltiplicato per due con tanti ringraziamenti da parte dei quadricipiti costretti ad un surplus di fatica. E le Bondi ? si rendono molto utili sia nel risalire i cavalcavia che nelle successive discese facendo valere la loro specificità. Quasi alla fine del primo giro raggiungo l'amico bresciano Stefano Pessina rimanendo in sua compagnia per un paio di km.Giunti nei pressi del centro sportivo, il sottoscritto inizia la seconda tornata mentre lui si ferma come da programma.
Purtroppo sono conscio di quanto sarà arduo mantenere il buon ritmo tenuto sinora e mentre arranco sui cavalcavia sento i vasti mediali "bruciare" e pizzicare uno dei tanti tendini presenti nel famigerato ginocchio destro. Mi raccomando non venite a rovinarmi la festa anche in questa gara !
In effetti è rimasto solo un piccolo fastidio, riacutizzatosi nel post gara ma ormai avevo già dato e mi rimarrà impresso il giro di pista per giungere all'arrivo. Interminabile !!!!!! Soddisfatto della prova , insperatamente molto buona considerato il periodo dell'anno dedicato alle pedalate , riacquisto brillantezza fisica al termine di una doccia calda. Irrespirabile l'aria all'interno degli spogliatoi con un tasso d'umidità degno di una foresta equatoriale quindi meglio fuggire e rifugiarsi al ristoro per un piccolo spuntino :-)
Ovviamente all'arrivo a casa sono stato accolto dall'immancabile pioggia.....Primavera , sole , caldo dove siete? !!!!!!

God bless you !!!