giovedì 29 giugno 2006

Il mio approdo alla triplice disciplina - 1ª Puntata

Nel lontano 1996 incominciò la mia avventura all'interno del pianeta triathlon e mai avrei osato pensare a distanza di un decennio d'essere ancora sulla breccia in quanto non avendo un background relativo alle tre specialità desideravo solamente provare tale esperienza per poi ritornare a praticare sport solo ed esclusivamente senza finalità agonistiche.
Nel mese di marzo del 1996 telefonai in federazione per sapere quali società erano presenti nei miei dintorni e mi venne riferito di una neonata associazione sportiva denominata Triathlon Lecco. Una volta ricevuto il recapito telefonico del presidente Renzo Straniero presi il coraggio a due mani e dopo un breve colloquio telefonico quest'ultimo mi esortò a passare nella loro sede per conoscermi e illustrarmi le modalità dell' eventuale tesseramento tra le loro fila.
Ricordo ancora come se fosse ieri il mio arrivo nell'atrio della palestra di Mariano, l'incontro con il presidente Renzo e con il triatleta simbolo della compagine lecchese,ovverosia il mitico Dario Sala. Desideravo sottolineare il fatto che non avendo praticato nessuno dei tre sport componenti il triathlon ,l'unica mia finalità era quella di testarmi in un'esperienza affascinante nel più puro spirito amatoriale senza avere obblighi a livello di risultati.
La risposta sia del presidente Renzo che di Dario fu positiva e così decisi d'intraprendere la mia carriera sportiva in questo poliedrico mondo della triplice disciplina che mi ha arricchito notevolmente a livello personale e mi dato la possibilità di conoscere ed apprezzare una moltitudine di personaggi nonché di scoprire località sino ad allora a me sconosciute.
Per quanto concerne il carismatico Dario Sala, vero Ironman a differenza dello scrivente,desidero sottolineare una frase che mi ripete spesso e che riporto non per vantarmi ma perchè sinceramente dettata dal rispetto e dall'amicizia che il sopraccitato Dario ripone nei miei confronti. "Quando ti ho conosciuto pensavo fossi un pazzo ma ora a distanza d'anni sei diventato il mio mito". Detto da un personaggio di cotanto spessore umano e sportivo la cosa non può che
gratificarmi.

Il Tempo

Il tempo per quanto concerne il mondo sportivo è un parametro che condiziona psicologicamente l'atleta impegnato nella prova.
Se il concorrente deve abbattare un record ,se vuole raggiungere la tanto agoniata qualifica per Kona o se desidera realizzare quello che si era prefisso deve fare i conti con questa unità di misura inflessibile.
Quanti triatleti non professionisti ho visto abbandonare la competizione perchè delusi dal non aver realizzato quanto stabilito dalle tabelle di marcia e quindi demotivati a proseguire.
Nella mia personale filosofia non viene contemplato il ritiro se non per cause indipendenti dalla volontà dell'atleta quali problemi di natura fisica o meccanici.
Il tempo o prestazione cronometrica finale è per molti concorrenti un ulteriore battaglia da combattere per il raggiungimento degli scopi prestabiliti.
Come sostengo da sempre il crono finale è solamente un insieme di numeri che svaniscono nella memoria a differenza dell'emozioni provate durante tutto l'arco della prova.
Quest'ultime rimarranno indelebilmente scolpite dentro la tua mente.

martedì 27 giugno 2006

Festeggiando il 40°



Non lasciatevi illudere dal volto sorridente perchè solo 100 metri prima ero un automa che girovagava per il parco che circonda l'ameno Lac du Sapin alla ricerca della linea d'arrivo. In ogni caso quando si scorge la linea del traguardo per un istante scompaiono fatica e sofferenza e la gioia prende il sopravvento su tutto catapultandoti in una dimensione eterea.Ahimè transitato il traguardo si ritorna alla normalità con conseguenti dolori che si irradiano in ogni parte del corpo.

Questa è la dura legge dello sport.

A Zurigo con Franchino

Malgrado le penose condizioni fisiche in cui mi sono ridotto dopo l'estenuante prova in quel di Cublize in occasione dell'Iron Sapin, sarò ancora sulla scena domenica prossima 2 luglio per la disputa dell'IM Switzerland in compagnia dell'amico Franco Viganò che si ripresenta in una simile competizione dopo due anni d'assenza.
Sono felice di condividere tale esperienza con il Franchino persona squisita e molto meticolosa nella preparazione a differenza dello scrivente vero e proprio scansafatiche allorchè si parla d'allenamento.....
Ma come giustamente sottolinea Franchino se dovessero controllare le mie tabelle d'allenamento nessuno potrebbe lontanamente pensare che siano relative ad un atleta che si debba cimentare in una prova lunga come l'Ironman.
Lui sostiene che io non sono una persona normale ma a mio parere sono gli altri che s'allenano troppo....
In ogni caso domenica, stante la mia insufficiente forma fisica, vedrò di correre in "total control" per coronare quello che nella filosofia dell'Ironmerd risulta essere l'unico scopo per chiunque prenda parte ad un IM :concludere la prova in buone condizioni fisiche indipendentemente dall'esito cronometrico.
La mia più grande gioia sarà quella d'abbracciare il Franchino dopo l'arrivo e di brindare insieme a quest'ultimo per essere riusciti a concludere una prova che riserva grosse difficoltà ma che regala emozioni enormi.